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Gesuiti News Ufficio stampa 25 ottobre 2013 – Comunicato stampa: Due dichiarazioni dei Superiori gesuiti europei su situazione Siria e migranti e rifugiati
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25 ottobre 2013 – Comunicato stampa: Due dichiarazioni dei Superiori gesuiti europei su situazione Siria e migranti e rifugiati

COMUNICATO STAMPA
Due dichiarazioni dei Superiori gesuiti europei su situazione Siria e migranti e rifugiati
I Provinciali della Compagnia di Gesù dell’Europa e Medio Oriente, durante il loro incontro annuale, che si è tenuto a Roma dal 17 al 23 ottobre 2013, hanno approvato due dichiarazioni (in allegato): la prima, insieme con i Provinciali dell’Africa e Madagascar, sulla condizioni dei migranti e dei rifugiati che tentano di raggiungere l’Europa. La seconda sulla tragedia in Siria.
In “Migrazione e asilo oggi – Non possiamo porre limiti alla nostra preoccupazione” i Provinciali scrivono di “momento di emergenza per la nostra società di fronte a questa grave questione morale”.
“L’imperativo morale che chiede di salvare vite umane” deve fare i conti con alcuni impegni dell’intera comunità internazionale: fermare il commercio delle armi con L’Africa (“L’Europa deve accettare la sua parte di responsabilità nei flussi migratori globali. Molti stati europei o le loro imprese forniscono armi all’Africa, spesso segretamente. Le forniture di armi alimentano conflitti che, a loro volta, portano a flussi migratori”); rivedere l’Accordo di Dublino (“non facilita un’equa condivisione dei flussi dei richiedenti asilo. Tutti i paesi europei dovrebbero sostenersi reciprocamente ed essere solidali per condividere la responsabilità dei problemi riguardanti i richiedenti asilo e gli immigrati”); porre fine alla detenzione dei richiedenti asilo (“Ci sono delle alternative alla detenzione, che alcuni governi hanno applicato con buoni risultati; l’attenzione ai livelli minimi di qualità della vita e ai bisogni spirituali sono moralmente obbligatori); migliore protezione ai bambini (“bisognerebbe anche assicurare loro il diritto a un’istruzione di qualità”); non impegnarsi in discorsi politici estremisti (“Siamo preoccupati per il modo in cui i politici di diversi schieramenti si stanno facendo influenzare da esponenti di estrema destra.
Quando la ricerca di voti e la corsa verso le elezioni si fa più pressante, i discorsi politici rischiano di essere in balia di forme estremiste di populismo. Ci rivolgiamo ai politici per assicurarci che tali estremismi non dettino il tono dei loro dibattiti”).
Nella parte finale infine si esprime sostegno a coloro che stanno dando il loro aiuto per migliorare la situazione. Nella Dichiarazione sulla Siria si chiede:
– alle parti in causa e alla comunità internazionale: “di cercare con urgenza un cessate il fuoco garantito da un’autorità internazionale; di stabilire una road-map per preparare un incontro di tutte le parti in conflitto; di convocare una conferenza di pace che raggiunga un accordo comune a salvaguardia della vita del popolo siriano”.
– alle agenzie sociali e civili di preoccuparsi della “cura dei rifugiati, sia all’interno che fuori del paese (circa un quarto della popolazione), il bisogno di cibo, medicine e assistenza sanitaria, la liberazione dei detenuti e degli ostaggi e la riapertura delle scuole continuano a essere le necessità più impellenti”.
– Si richiama inoltre “l’attenzione sulla necessità di riconoscere e identificare i veri interessi in gioco, sia a livello locale che regionale o internazionale, che, purtroppo, non sempre sono in sintonia con quelli del popolo siriano”. E si chiede di “fermare la fornitura e la vendita di armi a tutte le parti in conflitto”.
– Si afferma che “Il rispetto per la dignità delle persone e dei diritti umani deve costituire il criterio e il principale punto di riferimento per qualsiasi aiuto materiale” e si esprime preoccupazione per “i maltrattamenti e la persecuzione delle comunità cristiane che vivono all’interno del paese”. “ Soluzioni che sostengono l’esilio o l’eliminazione di queste comunità sono inaccettabili. Intendiamo incoraggiare queste comunità cristiane e assicurare loro che possono svolgere un ruolo prezioso nelle loro società tramite la fedele testimonianza del Vangelo: un Vangelo che chiede pace, giustizia, perdono, comprensione e riconciliazione”.
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​Fondazione Astalli​

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