Giovanni Cucci
Altruismo e gratuità
Il furbo che cerca scavalcare la coda, l’imbroglione di turno, il carrierista senza scrupoli sono tutte modalità con cui l’egoismo fa capolino nella nostra giornata e sembra ricordarci che l’altruismo sia solo una pia illusione, destinata a dissolversi dal confronto con la cruda realtà.
Eppure, quando si studia questo tema, si fanno scoperte interessanti, insieme ovvie e inattese. Che, ad esempio, l’altruismo è alla base della vita e la rende possibile nelle sue forme variegate: ogni prodotto di qualità (dagli alimenti all’arte e alla più sofisticata tecnologia) è il frutto della cooperazione e della capacità di molte persone. E che, senza un organismo sano, a livello individuale come sociale, neppure i parassiti potrebbero vivere.
Si scopre inoltre che l’egoismo non è affatto il motore della vita, ma la sua distruzione. Anche a livello personale. Come l’Avaro di Molière, l’egoista è una persona sola e infelice, sempre più cinica e amareggiata.
Ma soprattutto si scopre che, quando facciamo del bene a qualcuno, gratuitamente, senza calcoli o secondi fini, stiamo bene, anche se abbiamo sacrificato qualcosa di noi stessi.
Perché essere altruisti fa stare bene?
E perché, d’altra parte, chi lo afferma rischia di passare per ingenuo?
Nel libro si cerca di rispondere a tali interrogativi, mostrando la potenza di questo principio a livello biologico, storico/sociale e psicologico, ma anche dando la parola a coloro lo hanno criticato, spesso in maniera brillante e arguta. Se l’immagine dell’uomo “naturalmente egoista” ha avuto un successo e una persuasività così efficaci e di lunga durata, è perché mette in guardia da una concezione discutibile di altruismo, che può diventare distruttiva. Una concezione che va giustamente rifiutata.
Contrariamente alle apparenze, l’altruismo è la caratteristica che contraddistingue la persona matura, animata dal desiderio del bello e del gratuito. È la capacità di compiere qualcosa per cui valga la pena di essere vissuti.