Roma.Papa: fede e digitale
Approfondire la “cultura digitale, stimolando e sostenendo la riflessione per una maggiore consapevolezza circa le sfide che attendono la comunità ecclesiale e civile”: è la sfida che il Papa ha lanciato il 28 febbraio scorso all’udienza della Plenaria del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali. Il Pontefice – che ha richiamato il messaggio della XLV Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si celebrerà il 5 giugno prossimo, intitolato “Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale” – ha osservato che “la comunicazione ai tempi dei «nuovi media» comporta una relazione sempre più stretta e ordinaria tra l’uomo e le macchine”, e ha citato il dicorso di Papa Paolo VI al Centro di Automazione dell’Aloisianum di Gallarate, il 19 giugno 1964. “Riferendosi ai primi progetti di automazione dell’analisi linguistica del testo biblico”, Paolo VI “indicava una pista di riflessione quando si chiedeva: «Non è cotesto sforzo di infondere in strumenti meccanici il riflesso di funzioni spirituali, che è nobilitato ed innalzato ad un servizio, che tocca il sacro? È lo spirito che è fatto prigioniero della materia, o non è forse la materia, già domata e obbligata ad eseguire leggi dello spirito, che offre allo spirito stesso un sublime ossequio?».
In conclusione Benedetto XVI, tra le figure di comunicatori, ha ricordato padre Matteo Ricci “protagonista dell’annuncio del Vangelo in Cina nell’era moderna, del quale abbiamo celebrato il IV centenario della morte. Nella sua opera di diffusione del messaggio di Cristo ha considerato sempre la persona, il suo contesto culturale e filosofico, i suoi valori, il suo linguaggio, cogliendo tutto ciò che di positivo si trovava nella sua tradizione, e offrendo di animarlo ed elevarlo con la sapienza e la verità di Cristo”.
Sull’intelligenza della fede al tempo della Rete è attivo il blog di Cyberteologia curato da P. Antonio Spadaro S.J.