China Forum: le sfide geopolitiche e culturali e il dialogo con la Cina
A Civiltà Cattolica il dialogo pubblico sulla crisi ecologica globale organizzato l’11 dicembre dal “China Forum for Civilization dialogue”, piattaforma di dialogo e riflessione con la Cina e altri interlocutori internazionali promossa dalla rivista e dalla Georgetown University – la più antica università cattolica e la più grande università gesuita degli Usa – per discutere di sfide comuni tra cultura, tecnologia e società globale.
(Sir) “Abbiamo imparato tanto dalla cultura cinese, arrivata in Europa grazie allo studio e alla passione dei gesuiti. Oggi le sfide geopolitiche e culturali rendono essenziale approfondire la nostra amicizia e il nostro incontro su questioni relative alla nostra casa comune, al mondo e alla sua armonia”. Così p. Antonio Spadaro, direttore de “La Civiltà Cattolica”, nel saluto al dialogo pubblico sulla crisi ecologica globale organizzato l’11 dicembre nella sede della rivista dal “China Forum for Civilization dialogue”, piattaforma di dialogo e riflessione con la Cina e altri interlocutori internazionali promossa dalla Georgetown University – la più antica università cattolica e la più grande università gesuita degli Usa – e dalla stessa rivista per discutere di sfide comuni tra cultura, tecnologia e società globale. L’incontro, dedicato a una delle maggiori emergenze del mondo attuale nella cui soluzione la Cina ha un peso fondamentale, è il primo di eventi pubblici di alto livello in programma nelle principali città globali: oltre a Roma, Washington, San Francisco e Pechino. I temi successivi, spiega Spadaro, saranno l’etica dell’intelligenza artificiale e l’educazione umanistica per un’era globale. Il gesuita richiama l’immagine di una tavolozza dai molti colori utilizzata dal presidente Xi Jinping in un intervento all’Unesco per descrivere la “mappa delle civiltà umane”, e ricorda che anche Papa Francesco ha usato più volte questa immagine e quella della “luce policromatica” per proporre la “civiltà dell’incontro” come alternativa allo “scontro incivile”. Questa sera, all’iniziativa del China Forum il cui comitato consultivo è presieduto da p. Federico Lombardi, interverranno Thomas Friedman, noto giornalista e scrittore, vincitore tre volte del premio Pulitzer; Wang Jisi, decano della Scuola di studi internazionali della Peking University; Paul Elie, Senior Fellow alla Georgetown University ed autorevole giornalista e scrittore.
“Padre Ricci è stato un esempio della cultura dell’incontro nel XVII secolo in Cina”, afferma John DeGioia, presidente Georgetown University, nel suo saluto. Presenti, fra gli altri, gli arcivescovi Silvano Tomasi, Vincenzo Paglia e Paul Tighe. Thomas Friedman, giornalista e scrittore, vincitore tre volte del premio Pulitzer, sostiene di appartenere alla generazione dei babyboomers, la prima generazione di adulti a confrontarsi con i cambiamenti climatici. “Presto nel mondo ci saranno 8 miliardi di persone”, spiega chiedendosi come persuadere un americano medio a cambiare stile di vita. “C’è solo una cosa più grande di Mother Nature (madre natura) – avverte -: è Father Greed (padre ingordigia)”, e “se non si inizia parlare con le persone, esse continueranno ad ascoltare il proprio stomaco. Non c’è più tempo da perdere per prevenire la catastrofe climatica”. Per Wang Jisi, decano della Scuola di studi internazionali della Peking University, “in Cina la civiltà ecologica ha fatto ingresso nel discorso politico e negli obiettivi nazionali” mentre fra la popolazione sta crescendo l’attenzione per i cambiamenti climatici e la tutela dell’ambiente. La Cina, assicura, “è un Paese che si sta impegnando in un percorso di sviluppo sostenibile”.