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Cina. Pubblicazioni: la seconda vita del “Grande Ricci”

Alla fine dello scorso agosto la Beijing Commercial Press (o Shangwu, una delle più grandi case editrici cinesi, che ha pubblicato il Xinhua Dictionary, l’opera di consultazione più famosa del mondo) ha lanciato un volume di oltre 2000 pagine, il Ricci-Shangwu Chinese-French Dictionary, un’edizione ridotta del “Grande Ricci”, il dizionario in sette volumi pubblicato nel 2001 dagli Istituti Ricci di Taipei e Parigi. Dal momento dei primi contatti tra gli Istituti Ricci e la Beijing Commercial Press sono trascorsi quindici anni, ma valeva la pena aspettare. Shangwu, infatti, ha prodotto un’opera eccezionale dando risalto al lavoro fatto da gesuiti e sinologi nei decenni precedenti facendo in modo che questo volume rimanga un’opera di riferimento per lungo tempo. Le scelte lessicografiche e le correzioni sono state eseguite con scrupolo e sono state introdotte espressioni del cinese contemporaneo senza indebolire le radici del “Grande Ricci” che affondano nella storia, cultura e nel linguaggio cinese classico. L’origine del “Grande Ricci” risale al “Bureau of Sinological Studies” iniziato dai gesuiti di Zikawei nel 1880 e al lavoro portato avanti dai Padri Leon Wieger e Seraphin Couvreur nella Provincia dell’Hebei più o meno negli stessi anni. Dopo il 1949 il lavoro è stato ripreso, dai padri Eugen Zsamar, Yves Raguin, Jean Lefeuvre e Claude Larre, come pure dal p. Yves Camus che si trova attualmente al Ricci Institute di Macao. Ora, questo emblematico lavoro di sinologia dei gesuiti è entrato nuovamente nella Cina continentale grazie agli auspici della migliore istituzione lessicografica cinese. La pubblicazione è più che un evento editoriale: è radicata in una lunga storia ed è un segno di fedeltà, di speranza e di un’amicizia che continua.

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