Italia. In mostra un quadro sui martiri di Nagasaki
La recente mostra: “Seicento lombardo a Brera. Capolavori e riscoperte” presso la Pinacoteca di Brera a Milano è stata l’occasione per ammirare quarantasei dipinti generalmente non esposti al pubblico. Tra questi anche l’importante tela di Tanzio da Varallo (1580?-1633) dal titolo “Il martirio dei francescani a Nagasaki” che ricorda il periodo della persecuzione religiosa in Giappone. Grazie a S. Francesco Saverio, sbarcato nell’isola il 15 agosto del 1549, dopo soli quarant’anni dalla sua predicazione e tramite l’impegno di altri gesuiti coadiuvati da francescani prima e anche da domenicani e agostiniani poi, nel 1590 si contavano in Giappone circa duecentomila cristiani. La reazione persecutoria nipponica, decretata dallo shogun Toyotomi Hideyoshi e fomentata dai bonzi desiderosi di tutelare il buddhismo e lo scintoismo fu terribile e culminò nei primi trent’anni del Seicento con l’esecuzione di circa duecento cristiani a Nagasaki. La tremenda notizia del martirio giunse in Europa facendo molto scalpore. Nel 1627 in occasione della beatificazione dei martiri da parte di Papa Urbano VIII fu realizzata una prima stampa ripresa poi da Tanzio de Varallo che la replicò in un dipinto di grande impatto scenico. La tela enfatizza la prospettiva dei tre filari di croci, lunghi settanta metri, col drammatico primo piano dei volti e corpi sia dei martiri che dei loro persecutori. Prima di essere crocifissi i martiri, ai quali era stato tagliato l’orecchio sinistro, viaggiarono per ventisei giorni da Kyoto ad Osaka e Sakai e poi Nagasaki dove tutti subirono il martirio perché nessuno rinnegò la propria fede. Tra di loro vi erano anche tre gesuiti.