Le 4C dell’educazione: Competence, Conscience, and Compassionate Commitment
“Looking with confidence to a new day called tomorrow. Ignatian Laedership 4 Human Excellence”.
E’ stato questo il motivo conduttore dell’incontro, tenutosi a Manresa, in Spagna di oltre 120 persone tra responsabili e coordinatori didattici provenienti dalle scuole ignaziane di oltre 20 paesi europei.
L’evento, organizzato dal Jecse (Jesuit European Commitee for Secondary and Primary Education), aveva tra i suoi obiettivi anche quello di dare nuova linfa alla dimensione internazionale delle nostre scuole: “pensiamo che la sfida oggi per tutte le scuole ignaziane sia quella di permettere ai propri leader di costruire o ri-costruire una comune identità, specialmente alla luce della nuova enfasi che noi poniamo alla dimensione internazionale delle nostre istituzioni”.
Manresa, in Spagna, è un luogo particolarmente significativo per il suo forte legame con S. Ignazio. Proprio lì, infatti, visse alcuni dei momenti fondamentali per la sua esperienza umana e spirituale: dalla “grande illuminazione” lungo il fiume Cardonner al prolungato e travagliato periodo di preghiera e penitenza. Proprio da qui nasce il cuore dell’esperienza degli Esercizi Spirituali e delle più importanti intuizioni di Ignazio, che permeano ovviamente anche tutta la visione pedagogica e ispirano la nostra attività anche in campo educativo.
“Our goal as educators is to form men and women of Competence, Conscience, and Compassionate Commitment” è anche l’affermazione centrale del documento: “L’educazione dei Gesuiti mira all’eccellenza umana” del SIPEI (Seminario internazionale sulla Pedagogia e spiritualità ignaziana), svoltosi nel 2014 con Delegati dell’Educazione provenienti da ogni parte del mondo. Queste cosiddette “4 C” sono diventate, nella riflessione internazionale europea, un modo efficace per esprimere la nostra visione nell’educare la persona nella sua interezza.
I lavori di Manresa hanno lasciato emergere, dall’orizzonte di riferimento educativo delineato dalle “4C”, tutte le loro declinazioni nel processo di insegnamento/apprendimento, per disegnare una leadership adeguata a consentire a educatori e studenti di insegnare ed apprendere in coerenza con il proposito che anima l’agire educativo delle nostre scuole.
Per l’Italia ha partecipato una nutrita delegazione, guidata da P. Vitangelo Denora SJ, e composta dai proff. Vito Chiaramonte (Scuola Secondaria di primo grado, Istituto Gonzaga Palermo), P. Eraldo Cacchione SJ (Licei dell’Istituto Gonzaga Palermo), Rita Burrafato (Scuola Primaria, Istituto Gonzaga Palermo), Elisabetta Novelli (Scuola Secondaria di secondo grado, Istituto Massimo Roma), Angelo Ricci (Scuola Secondaria di secondo grado, Istituto Massimo Roma), Vincenzo Sibillo (Licei del Leone XIII di Milano), Antonio Bertolotti (Scuola Secondaria di secondo grado, Leone XIII di Milano), Piero Cattaneo (Fondazione Gesuiti Educazione e Licei Istituto Sociale Torino).
“Rilancio una frase dell’economista Robert Fogel – ha dichiarato il prof. Sibillo al suo rientro – sentita durante un workshop:”People have enough to live, but nothing to live for. They have the means but no meaning”. A questo associo una domanda personale: qual è il fine principale o ultimo dell’educazione in una scuola dei Gesuiti? Da Manresa porto con me questa domanda profonda”.
“Un grafico che Ulrike Gentner ha proiettato nel corso della sua conferenza – racconta il prof. Chiaramonte – mi pare particolarmente significativo ed esplicativo dei lavori di Manresa sul guardare con “confidence” a questo “nuovo giorno chiamato domani”:
“Ciò che risuona in me dopo l’incontro di Manresa – commenta il prof. Cattaneo – è sintetizzabile nella frase “Love must be placed more in works than in words”, che ben si inserisce nella visione cristiana e ignaziana dell’uomo”.