Roma. L’Islam alla luce degli Esercizi Spirituali Ignaziani
Quale approccio hanno i gesuiti all’Islam e ai musulmani nei diversi contesti? In che misura gli Esercizi Spirituali guidano la percezione e l’azione nelle relazioni islamo-cristiane e cosa i Gesuiti possono imparare dall’esperienza religiosa dei musulmani? Sono alcune delle domande principali al centro dell’incontro internazionale che si è tenuto a Roma, all’Università Gregoriana, dal 16 al 19 settembre, intitolato “Gesuita tra i musulmani” (Jesuit among Muslim, JAM). Trentasette i gesuiti, provenienti dai cinque continenti, che hanno preso parte all’incontro, cui sono intervenuti anche il Padre Generale e il cardinale Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. L’incontro puntava a fare una riflessione sulla base spirituale-teologica condivisa e ispiratrice di tutti i diversi impegni apostolici dei Gesuiti: dalla coraggiosa presenza pastorale in situazioni difficili come in Algeria o in Pakistan, alla riflessione scientifica sul patrimonio arabo-cristiano a Beirut (Università San Giuseppe) e a Roma (Pontificio Istituto di Studi Orientali e Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica).
La relazione di Patrick Ryan (NYK) “Guardare l’Islam con occhi ignaziani – leggere Ignazio con occhi musulmani” ha aperto la riflessione che è stata chiusa nel pomeriggio di lunedi da un proficuo confronto su: “Il discernimento ignaziano: rilevante per il nostro modus procedendi con i musulmani oggi”, animato da Damian Howard (BRI), Alain Feuvrier (GAL) e Heru Prakosa (IDO).
Gli incontri serali hanno fornito preziose informazioni su una vasta gamma di paesi, dalla Malesia al Maghreb, da Bangalore a Beirut, e sono stati completati nell’ultima serata da un’analisi della situazione in Kenya e in Africa occidentale da Steven Nituati (AOR) e Norbert Litoing (AOC), due giovani partecipanti africani. Il prossimo incontro JAM si svolgerà a Delhi.