50 anni in Gregoriana: intervista con fratel Luigi Ingrosso
In occasione del 50mo di servizio in Gregoriana padre René Micallef ha intervistato fratel Luigi Ingrosso: “Svolgevamo il nostro operato nel nascondimento, nel silenzio e per amore… ma era al cospetto del mio Signore che mi impegnai col mio sì, è Lui che ho servito per circa 70 anni di vita consacrata nella Compagnia e nella Chiesa. In quei tempi ai fratelli si invitava spesso ad accogliere “la sorte di Marta”, ma per me l’amore di Marta non era per nulla di meno a quello di Maria! Posso dire sinceramente che la mia più grande soddisfazione è di aver servito il Signore nella gioia”.
René Micallef: Caro fratel Luigi, stai per compiere il 50° anno di servizio alla PUG, esattamente a fine agosto di quest’anno. In omaggio a questo tuo primato, volevo farti qualche domanda per portare a conoscenza la tua vita vissuta qua alla PUG a quanti non l’hanno potuto conoscere direttamente. Mi interessa sapere qualcosa sugli impegni che hai esplicato, le mansioni e le attività che hai esercitato in tutti questi cinquanta anni. Innanzitutto: quanti eravate i fratelli qui alla PUG negli anni dopo il Concilio?
Luigi Ingrosso: In quel tempo noi “fratelli coadiutori” eravamo circa 18. Ciascuno copriva un ufficio nella Comunità e della Università, secondo le proprie capacità.
René Micallef: E tu, come sei arrivato qua? Cosa facevi di mestiere prima di entrare in Compagnia?
Luigi Ingrosso: Dopo la Seconda guerra mondiale, all’età di 18 anni, mi arruolai al primo concorso di Allievi Sott’ufficiali alla Scuola della Cecchignola, Roma. Dopo due anni, presi il congedo, e negli anni 1950-52, vissi una crisi esistenziale, ebbi un’esperienza forte di conversione e partii per il noviziato di Vico Equense (nella Città metropolitana di Napoli). Avevo 23 anni di età. Sono arrivato alla PUG dopo un periodo di attività al Collegio Pontano di Napoli, nel quale svolgevo un lavoro impegnativo e anche interessante. Poi, nel 1969, fui richiesto dal P. Pedro Arrupe (il Preposito Generale dia allora) per un servizio nella Curia Generalizia. Tuttavia, il Provinciale di Napoli non mi lasciò andare, per motivi a me ignoti. Dopo un anno, il P. Arrupe mi richiese di nuovo, questa volta per la PUG, e col permesso del provinciale di Napoli, accettai questa nuova missione. Così ebbe inizio la mia residenza romana nella Gregoriana; correva l’anno 1970. Alla Gregoriana, era rettore il P. Hervé Carrier e ministro il P. Silio Giorgi.
René Micallef: Quale era il tuo primo incarico?
Luigi Ingrosso: La prima cosa che mi chiesero era di mettere mano a dei lavori di ristrutturazione nella cucina e nel refettorio, e altri luoghi contigui. Non era specificato in che, e in cosa, dovevano essere ristrutturati. Tuttavia, subito capii che si trattava di lavori necessari che non si erano fatti anni prima. Dopodiché, ebbi un secondo incarico; quello di collaborare col P. Damboriena per gli acquisti alimentari in Vaticano e presso varie ditte fornitrici per la Comunità. Divenni quindi il cosiddetto “spenditore” per una comunità composta di 125 gesuiti più il personale di servizio. Collaborai con il P. Damboriena per oltre 25 anni, non solo per le spese ma anche per altri servizi contingenti nei vari uffici del Governatorato Vaticano, per il disbrigo di vidimazioni dei fatturati, e così via.
René Micallef: Noi ti conosciamo per la tua destrezza culinaria, come quello che ha portato in Gregoriana i sapori del Salento. So che per vari anni hai collaborato con un dolciere che ti ha insegnato l’arte della pasticceria. Immagino che in questi 50 anni non sia mancato qualche “lauto convito” curato da te nei più minimi dettagli…
Luigi Ingrosso: In effetti, avevo anche l’incarico di “organizzare”, nelle varie circostanze, ricevimenti nella grande Hall, pranzi per varie riunioni di PP. Gesuiti della Delegazione, per la visita dei Papi, ecc. In quel tempo, in Italia, praticamente non esistevano i servizi di catering… facevamo tutto noi.
René Micallef: Hai trascorso cinquant’anni in un ambiente universitario, tra docenti e studenti. Una curiosità: hai mai seguito qualche corso nelle aule della Gregoriana?
Luigi Ingrosso: Sì. Durante il rettorato del p. Carlo M. Martini, ho avuto l’opportunità di frequentare l’Istituto di Scienze Religiose per quattro anni, nel cosiddetto “tempo libero”. Le lezioni si svolgevano nel pomeriggio, per cui mi era possibile frequentarle. Ho un numero di matricola come gli altri docenti e studenti della PUG, e ne sono fiero; ho conseguito il Diploma di Scienze Religiose dopo i quattro anni di frequenza, e quindi sono anch’io un ex-alunno!
René Micallef: Durante il generalato del P. Arrupe si discuteva molto del ruolo dei fratelli e del carattere sacerdotale della Compagnia. Hai mai avuto svolto in Compagnia un servizio più “ministeriale”?
Luigi Ingrosso: Nel 1975 il P. Roberto Bortolotti, Provinciale della Provincia “Romana”, volle conferirmi il Ministero dell’Accolitato; l’ho ricevuto nelle “cappelle di S. Ignazio al Gesù di Roma” (oggi note come “Le camerette”). In seguito, il P. Donato Petruccelli, Provinciale di Napoli, mi conferì il Ministero del Lettorato. Ho esercitato questi ministeri per molti anni nella mia “giovinezza”, collaborando con alcuni Istituti di Religiose che curavano anziani e infermi nelle varie zone di Roma, ad esempio con Las Hermanas de la Cruz.
René Micallef: Hai mai lavorato nell’amministrazione dell’Università?
Luigi Ingrosso: Si, ho lavorato due anni in segreteria; il Segretario era il P. Gustavo Galeotta. Dal P. Martini (rettore in quell’epoca), ebbi l’incarico di provvedere — una volta al mese — agli acquisti di alimentari e varie, negli Spacci Annonari del Vaticano, a richiesta dei dipendenti non docenti PUG. (in quell’epoca erano circa 60 persone).
René Micallef: È facile per noi giovani docenti della PUG dimenticare tutto il lavoro svolto dai fratelli. Ma, se non mi sbaglio, anche per i padri professi e il personale docente negli anni dopo il Concilio, i fratelli erano quasi “invisibili” e svolgevano la loro missione nel nascondimento. È proprio così?
Luigi Ingrosso: Sì, svolgevamo il nostro operato nel nascondimento, nel silenzio e per amore: un lavoro scritto sopra un altro registro, quello che ha più valore, e che nessun uomo potrà mai saperlo. Ma era al cospetto del mio Signore che mi impegnai col mio “sì”; è Lui che ho servito per circa 70 anni di vita consacrata nella Compagnia e nella Chiesa. In quei tempi ai fratelli si invitava spesso ad accogliere “la sorte di Marta”, ma per me l’amore di Marta non era per nulla di meno a quello di Maria! Posso dire sinceramente che la mia più grande soddisfazione è di aver servito il Signore nella gioia.
René Micallef E come vivi oggi?
Luigi Ingrosso Ho 91 anni di età, vivo con la forza dello Spirito, con il dono della salute che il buon Dio mi concede e con la forza di volontà di potermi rendermi ancora utile per il egno di Dio. Quest’è la serenità interiore e la speranza che non delude. Chi è nella sequela del Re Eterno, non può avere né rimpianti, né invidie, né turbamenti, ma vivere con serenità, con fiducia, e con la gioia dell’attesa della beata speranza. Adesso, permettimi di concludere con una bella giaculatoria mariana: Ave Maria Purissima, prega per noi.