John Dardis SJ. Pensare il Vangelo, dove gli ultimi sono i primi
Cari fratelli in Cristo, molti eventi importanti hanno avuto luogo durante l’estate. L’incontro dei gesuiti europei in formazione (EJIF) si è svolto a Loyola ed è stato l’occasione per gli scolastici di diverse Province di stare insieme e condividere le loro riflessioni sulla nostra missione oggi. Un punto culminante è stato il ritiro con P. Tony Corcoran (Provinciale della Regione russa), che ha animato l’incontro con molti esempi e storie.
Significativo anche l’evento del “Magis2011” a Loyola, con circa 2.500 giovani provenienti da tutto il mondo per incontrarsi, pregare e celebrare insieme. Congratulazioni a tutti i soggetti coinvolti, e anche a coloro che hanno partecipato alle attività del Magis2011 che hanno avuto luogo dopo Loyola e poco prima della Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid.
Un altro momento significativo dell’estate è stato, infine, la Conferenza di Ginevra EuroJess, che ha avuto come tema la governance globale. La riunione si è svolta in un contesto di crisi globale: economica, sociale, spirituale e nel settore dei diritti umani. Guardando l’Europa, è sconcertante pensare a quante volte siamo stati incapaci di conciliare le nostre differenze e difendere la dignità umana attraverso il dialogo e il negoziato. Invece abbiamo sofferto guerre e violenza. L’elenco dei disastri è noto: Srebrenica e Sarajevo, Ruanda, Siria, Irlanda del Nord, Libia. Il nostro mondo ha bisogno di sviluppare strumenti migliori dove i diritti delle persone possono essere rivendicati e la dignità umana sostenuta senza dover ricorrere al conflitto di massa. E’ chiaro che il sistema mondiale per tante persone non funziona. Lo dimostra il numero di migranti e rifugiati che nelle elezioni, fatte letteralmente con i piedi, si sono espressi contro i governi che non lavoravano per loro, così come successo nelle recenti rivolte in Medio Oriente e Nord Africa. Sono profondi i desideri di libertà, di dignità umana e di rispetto.
La Governance mondiale oggi non è facile. Qui a Bruxelles ci sono molte persone nella Commissione europea, in Parlamento, alla NATO chiamate a fare lavori molto difficili in un momento difficile. Qual è il nostro specifico contributo come cristiani e come gesuiti? Come possiamo influenzare la politica e contribuire a una spinta in avanti? Da dove dovremmo cominciare? Quale deve essere il nostro approccio? Il Vangelo indica una linea da seguire: “cerca tra i poveri e coloro che soffrono e sii la loro voce”. Se guardiamo i luoghi dove le persone maggiormente soffrono, dove c’è più oppressione, da lì si può cominciare, lì possiamo cercare soluzioni. Sono le persone che sono state quasi dimenticate durante gli anni del ‘boom’. Se impariamo a rappresentare le esigenze di coloro che serviamo e a dar loro voce, questo può cominciare a guarire la nostra società divisa, aiutare a prevenire futuri conflitti e può essere un piccolo passo verso la pace e la riconciliazione nel nostro mondo fratturato. Questo è il pensiero del Vangelo: “dove i primi sono ultimi e gli ultimi sono i primi”.
Vostro in Cristo,
John Dardis SJ
Presidente della Conferenza dei Provinciali Europei