Torino. La Scuola pubblica per l’educazione
Tra le oltre 1600 persone che affollavano il 21 aprile le sale del Teatro Nuovo di Torino per la Prima Conferenza Regionale sulla Scuola (fortemente voluta dal vescovo mons. Cesare Nosiglia) c’era anche una significativa rappresentanza dell’Istituto Sociale: direzione, rappresentanti degli alunni, degli ex alunni e dell’associazione Educare Insieme. “La Scuola Pubblica per l’educazione. Scuola Statale, Paritaria, Formazione Professionale”: questo il tema della conferenza, in cui si è voluto affermare la centralità della sfida educativa e l’impegno dell’intera comunità cristiana perché la scuola sia una comunità educante in tutti i suoi aspetti: culturale, formativo, etico, sociale. Sulla situazione del sistema scolastico e l’integrazione economica della scuola paritaria si sono confrontati, tra gli altri, Luisa Ribolzidell’Università di Genova, l’ispettore dei Salesiani don Stefano Martoglio, il presidente nazionale dell’AGeSc (Associazione Genitori delle Scuole cattoliche), Roberto Gontero, Attilio Bondone, Presidente Nazionale CONFAP. Numerosi i politici presenti, dall’assessore regionale alla Formazione professionale Claudia Porchietto ai consiglieri del Pd Davide Gariglio e Stefano Lepri. Tra gli intervenuti, il sindaco di Torino Piero Fassino, il direttore dell’Ufficio scolastico della Regione Francesco De Sanctis, i ministri Francesco Profumo ed Elsa Fornero. “Resta determinante – ha sottolineato il vescovo – il fatto di porre al centro di ogni rinnovamento e di ogni scelta la crescita armonica della persona dell’alunno, che è la ragione stessa dell’esistenza della scuola. Parlo di un alunno non isolato, ma inserito in una famiglia (di qui l’importanza del rapporto e della valorizzazione delle famiglie in un costante dialogo e incontro con le scuole) e nella comunità territoriale, in cui la scuola è inserita e da cui trae tanti valori culturali e formativi”. Nosiglia ha poi precisato: “Se è vero che l’autonomia delinea il passaggio da una scuola sostanzialmente dello Stato ad una scuola della società civile, con un certo ed irrinunciabile ruolo dello Stato, ma nella linea della sussidiarietà, la scuola paritaria offre il suo contributo derivante dalla sua identità, arricchendo la qualità dell’offerta formativa senza per questo indebolire il riferimento alle norme generali dell’istruzione. È dunque necessario – ha auspicato il presule – che il tema della parità sia adeguatamente sostenuto dalla promozione di una cultura, che sia scevra da pregiudizi ideologici e stereotipi, che nulla hanno a che vedere con il valore educativo e culturale espresso dalla scuola paritaria e dalla necessaria libertà delle famiglie di poterne usufruire, secondo scelte che non le penalizzino rispetto alle famiglie che scelgono per i figli la scuola statale”.