Roma. Un passo verso gli altari per padre Cappello
Il 24 giugno si è chiusa nel Vicariato di Roma la fase diocesana del processo di canonizzazione di padre Felice Cappello (1879-1962), cominciato nel 1986. Ora, la documentazione passerà alla Congregazione per le cause dei santi che valuterà e verificherà le testimonianze raccolte per accertare le virtù eroiche del gesuita. Padre Cappello, canonista di fama internazionale ma ancora più noto come “il confessore di Roma”, è sepolto nella chiesa di Sant’Ignazio, accanto al confessionale dove per quattro decenni ha svolto il suo ministero. Furono presenti alla sessione di chiusura delegazioni della Provincia d’Italia, della Gregoriana, e soprattutto da Caviola, paese natale del Servo di Dio, e dalla diocesi di Belluno-Feltre. Il vescovo mons. Andrich, alla fine della cerimonia, ha ricordato quanto abbia significato padre Cappello per la Chiesa, mentre il cardinale Piacenza, penitenziere maggiore, in un suo messaggio ha scritto che “il venerato padre, fra l’altro, ha esercitato in modo esemplare il prezioso servizio di confessore”. Il giorno dopo, mercoledì 25 giugno, un grande striscione l’ha ricordato in piazza San Pietro, accanto al nome del paese natale e a quello di Dolomiti. L’inalberavano i pellegrini bellunesi che hanno riportato anche la scritta “Grazie papa Francesco”. Lo stesso papa, la sera della sua elezione, ha lodato padre Cappello come “gran confessore”.