Roma. Da San Saba al Gesù: i filosofi vagabondi
La residenza del Gesù, in via degli Astalli, fino a giugno accoglierà il filosofato
Ricordiamo come ieri il nostro trasloco da Padova a Roma: un’impresa. A Padova c’eravamo abituati bene, e pensare al nostro andare a Roma ci rendeva un po’ meno sicuri, ma eravamo curiosi e avevamo tante domande, di cui cercavamo risposte…
Siamo approdati nella comunità di San Saba e ricordo che ricevemmo una buona accoglienza da parte, diciamo, degli “stabili”. Mentre il clima comunitario cresceva e lo studio alla Gregoriana ci prendeva sempre più intensamente, ci rendevamo conto che per accogliere occorre anche uno spazio adeguato e confortevole: adesso non eravamo più noi a dover arrivare, ma si trattava di provare a immaginare altri filosofi, da altre Province, in particolare dall’Europa meridionale (Malta, Spagna, ecc.) che si preparano per venire a Roma a studiare filosofia. Occorre razionalizzare gli spazi e adeguarli quanto più possibile, all’interno di un progetto che valorizzi e coordini tutte le attività apostoliche già presenti a San Saba (parrocchia, apostolato giovanile nel CeNAG e attività del Centro Astalli).
Varie ipotesi: di fatto alla fine si è pensato che stare qui in casa durante i lavori sarebbe stata una follia in mezzo a tanti rumori e polvere…! Ecco che il 12 febbraio 2015 ci mettiamo di nuovo in cammino: questa volta la strada sarà più breve, la residenza italiana del Gesù di Roma in via degli Astalli, dove la comunità ci aspetta per il 2° semestre degli studi, fino a giugno circa. Avremo a disposizione delle camere al 4° piano e alcuni spazi comuni riservati a noi, al 2° piano. Il padre ministro, p. Giacomo Virga, si sta dando molto da fare, insieme a tutta la comunità, per l’accoglienza. Siamo quasi alla fine dei nostri esami, faremo un po’ di vacanza e poi pronti a partire. Chi siamo? Gli 11 “filosofi” di quest’anno (un ungherese, uno spagnolo e 9 italiani), il p. Alessandro Manaresi, nostro superiore, e il fr. Elias Puleo. Rimangono a S. Saba gli altri 4 membri della comunità “stabile”, che curano il lavoro pastorale.