Milano. In mostra al San Fedele: Esodo, cammini di liberazione
Mostra del Premio Artivisive San Fedele 2015/2016: il tema dell’Esodo è stato affrontato dai dieci giovani artisti selezionati per il Premio Artivisie San Fedele 2015/2016 secondo diversi modi e tecniche, sia attraverso espliciti spunti biblici, sia affrontando liberamente il soggetto, partendo da problematiche attuali. I giovani autori hanno privilegiato in questa edizione una dimensione concettuale segno di un intenso approfondimento del tema.
Amedeo Abello con l’opera Greetings from Italy realizza un’installazione di cartoline in bianco e nero. Se tantissimi giovani italiani fuggono all’estero alla ricerca di lavoro – e la cosiddetta fuga di cervelli – l’artista torinese riflette invece sulla tendenza inversa, vale a dire su quegli stranieri che vivono in Italia, portando la loro cultura e il loro sapere nel nostro Paese.
Con il libro d’artista Limbo, primo capitolo di un progetto che indaga le migrazioni tra l’Africa e il Mediterraneo, Valentino Bellini racconta in modo intenso e drammatico, attraverso una serie di fotografie scattate principalmente tra Libia e Tunisia, la storia di emigrazione verso l’Europa di cinque persone: Hassun, Adama, Usman, Mouhamed e Chams.
Giorgio Di Noto, con l’opera Fuga da una superficie, interpreta l’esodo come un processo di liberazione, come il tentativo di fuori-uscire, di andare oltre, di attraversare i limiti del reale, verso una dimensione sempre ulteriore. L’opera si dispiega sui due lati: da una parte vediamo la fotografia di una mano che preme per uscire, dall’altra, una superficie modulare riflettente appare piegare e deformare la realtà.
Con la video installazione Mare Asciutto, l’iraniana Saba Masoumian costruisce il mondo racchiuso in una casa all’interno della quale e proiettato un video: tutto e reso con paziente accuratezza e grande attenzione. La sua opera esprime un forte desiderio di liberazione e di redenzione. Come racconta la giovane artista: “In apparenza tutte le cose e gli oggetti che creiamo sembrano essere al nostro servizio, ma alla fine siamo noi stessi a esserne schiavi. (…) L’umanità deve affrontare un percorso di rinnovamento e di liberazione”.
Juan Eugenio Ochoa, attraverso un misterioso doppio dipinto ad olio su tela, costituito da due immagini quasi speculari, dal titolo Verso l’ombra, invita a guardare “oltre”, ad uscire dall’oscurità in cui viviamo per compiere un vero e proprio esodo interiore, in una continua dialettica tra luce e tenebra, tra un incessante sprofondare e un anelito ad emergere alla luce.
Con il progetto 1999, Iacopo Pasqui elabora un diario fotografico che racconta la vita di sei sedicenni.
L’adolescenza e interpretata come una condizione di passaggio dall’infanzia all’età adulta, tra uno stato d’incertezza, proprio del mondo adolescenziale, e un futuro carico di ideali e di desideri. Un vero e proprio esodo, insito nella natura umana.
Attraverso la realizzazione di una rivista e la stampa di due fotografie su tessuto, Matilde Piazzi, con il lavoro Les Ritals, testimonia una tragedia vissuta da numerosi italiani che, negli anni ‘50, hanno lasciato il loro paese alla volta del Belgio. E stata questa un’emigrazione di massa, un esodo imponente di uomini, di donne e di bambini, alla ricerca di un futuro migliore, attraverso il lavoro in miniera. L’opera ripercorre la strage di Marcinelle: una speranza brutalmente interrotta da fiamme e gas, dove persero la vita 736 persone.
Intorno a me il deserto (dell’immagine). Silver monocrome e una fusaggine su carta di Ettore Pinelli, opera con cui il giovane palermitano affronta il tema dell’esodo come rinuncia all’immagine. L’opera segna un momento di profonda riflessione nella sua ricerca, che si fonda invece sulla figurazione.
Daniele Pulze, con la scultura In search of the incredibile, riflette su una sorta di paesaggio contemporaneo che sempre più, oggi, coincide con il desktop di pc o di smartphone. Questi schermi si installano nel nostro campo visivo abitando il nostro immaginario individuale e collettivo. Questi nuovi paesaggi ci immergono in un viaggio virtuale senza fine, di cui non conosciamo la meta.
Infine Diego Soldà, attraverso la scultura dal titolo 12 settimane, compie una ricerca sullo scorrere del tempo, nel suo continuo protendersi verso un futuro. La sua opera si configura come una sorta di meccanismo che intende stratificare, istante dopo istante, colore dopo colore, un corpo che nell’avvolgersi tende a spezzarsi, frantumarsi, rivelando un’anima che diviene senza sosta nel tempo.
Di fatto, i giovani autori hanno privilegiato in questa edizione dedicata al tema dell’Esodo, una dimensione concettuale, piuttosto che specificamente visiva, segno di un approfondimento del tema, di uno studio che attende probabilmente di esprimersi in tutte le potenzialità della sua forza espressiva. (Andrea Dall’Asta)
Fino al 1 luglio 2016
orario: lunedì – venerdì
16.00 – 19.00 (al mattino su appuntamento)