Trento. L’uso dei beni e l’esempio di Francesco Saverio
Ricordare il grande missionario san Francesco Saverio e riflettere sull’uso dei beni che la Compagnia di Gesù ha dato in comodato d’uso – alla Cooperativa Villa S. Ignazio, alla Cooperativa Samuele, al Centro Astalli Trento e alla rete Pictor di Bassano del Grappa -, in riferimento alla loro destinazione apostolica e al servizio ai poveri. E’ stato lo scopo dell’incontro che si è tenuto domenica 11 dicembre a Trento.
La serata di riflessione, dal titolo “Gli strumenti al fine”, è coincisa con la firma dei nuovi comodati a favore degli enti aderenti alla Fondazione ed è stato un momento molto partecipato da tutti gli amici e tutte le realtà di Villa S. Ignazio che, direttamente o indirettamente, fruiscono dei beni affidati alla Fondazione stessa dalla Compagnia.
Nella sua straordinaria opera missionaria Francesco Saverio ha usato strumenti diversi, estremamente efficaci per il suo tempo. Del resto, fin dalle origini, Ignazio ha avuto le idee chiare a proposito: I beni temporali della Compagnia devono essere considerati come beni di nostro Signore Gesù Cristo e patrimonio dei suoi poveri, da essi dipendono molto i beni spirituali e il buono stato della Compagnia. In loro assenza i nostri ministeri spirituali difficilmente si potrebbero esercitare. (Norme Complementari n. 216,1)
La serata si è aperta con la Santa Messa, presieduta da p. Livio Passalacqua SJ, il quale, come ha sottolineato p. Alberto Remondini JS, presidente della Fondazione S. Ignazio e superiore della comunità dei gesuiti a Trento, “ha avuto la grande intuizione di permettere a Villa S. Ignazio di allargare lo sguardo e di trasformarsi in qualcosa di più di una semplice Casa di Esercizi, aprendosi ai giovani, a chi era in difficoltà, a chi stava riflettendo o studiando, a chi faceva formazione… Quindi lentamente da una “casa di gesuiti” è diventata una casa in cui molti erano “padroni”, entravano ed uscivano, prendendosi carico e cura di questo “strumento” di grande valore, di grande prestigio, ma anche di grande utilità.”
Dopo una cena in condivisione si è tenuto l’incontro di riflessione introdotto e moderato da p. Remondini. Nella prima parte è intervenuto p. Mario Marcolini SJ che ha aiutato le persone presenti a riflettere sull’idea di Dio e del Creato – “perché Dio ha creato? e a favore di chi?” – arrivando alla definizione di “inappropriabilità della Terra: nessun uomo è proprietario della terra, una legislazione che mira alla giustizia fra gli uomini non prevede un’umanità che ha e un’umanità che non ha”.
Il secondo sguardo, grazie all’intervento di Berardino Guarino, economo dei Gesuiti italiani e già direttore del Centro Astalli di Roma, ha permesso di capire come Ignazio di Loyola nel Cinquecento abbia pensato in modo stimolante, e per certi aspetti rivoluzionario, a come i beni che avrebbe potuto ricevere potevano essere gestiti, utilizzati e finalizzati al servizio dell’uomo. Uno sguardo, quindi, sulla Compagnia di Gesù e su come i gesuiti hanno inizialmente letto e interpretato il discorso della “proprietà di Dio”, per arrivare al presente, anche con precisazioni puntuali di natura tecnica, e per comprendere meglio l’ispirazione alla base della definizione dei comodati. “Non si tratta di processi effettuati solo da tecnici o da amministratori, ma ciò richiede la sinergia di molte persone che devono essere in grado di mettere insieme la dimensione dell’ispirazione, della professionalità e del buon funzionamento dei beni.”
Nella seconda parte dell’incontro è stata data voce ai referenti delle organizzazioni che usufruiscono dei beni della Compagnia. Sono intervenuti Riccardo Baldi, presidente della cooperativa Villa S. Ignazio, Marco Rosi, presidente della cooperativa Samuele, Antonella Valenza, consigliera del Centro Astalli Trento e Riccardo Nardelli, Luca Comunello e Tommaso Zorzi della rete Pictor di Bassano del Grappa, che gestisce Villa Angaran San Giuseppe. Tali testimonianze – rispondendo alla domanda fondamentale: nell’esperienza dell’utilizzo dei beni che vi sono stati dati in comodato, avete fatto l’esperienza che i poveri sono i padroni?- hanno permesso di raccontare nel concreto a cosa e chi servono i beni della Compagni dati in comodato. In conclusione la parola è stata data a Massimo Komatz, coordinatore generale della cooperativa Villa S. Ignazio e segretario della Fondazione, il quale oltre a ricordare e ringraziare i numerosi attori coinvolti nelle diverse fasi che hanno portato alla definizione dei comodati, spesso fasi complicate, ha voluto personalmente fare un ringraziamento p. Alberto Remondini SJ: “perché negli ultimi anni ci ha accompagnati fino a questo momento che per Villa S. Ignazio è un momento storico e dimostra un ulteriore passaggio di maturità del nostro mondo, in un’ottica sempre più collaborativa fra gesuiti e laici”.
Andreas Fernandez
ufficiostampa@vsi.it