Fare teologia in Sardegna
Presentata una miscellanea per i 90 anni della Facoltà teologica della Sardegna
“Già nel titolo di quest’opera, Fare teologia in Sardegna, io intravedo un dato significativo”, ha detto Tonino Cabizzosu, curatore, insieme a Daniele Vinci, del volume presentato a Cagliari, nell’aula magna della Facoltà Teologica della Sardegna venerdì 19 gennaio 2018. Il volume è una miscellanea in occasione dei 90 anni di vita della Facoltà (1927-2017).
“Il fare teologia” ha proseguito Cabizzosu, “non è soltanto prerogativa dei grandi teologi delle Facoltà pontificie ma è un impegno di tutti, un dato che ormai, soprattutto dopo la rivoluzione del Concilio Vaticano II, ha rinnovato profondamente la nostra Chiesa.” “Con la celebrazione di oggi inizia il decennio che porterà questa Facoltà al compimento dei cento anni. Ci auguriamo che possa essere migliore di quelli passati per una inculturazione maggiore della teologia in terra di Sardegna, e per una sua identità specifica. Se finora sono stati ripetuti manualisticamente determinati concetti, ora è il momento in cui dobbiamo digerirli, assimilarli, farli nostri e fare una teologia Isolana non nel senso di chiusa ma che rivolga le sue attenzioni alla nostra realtà”.
Sono intervenuti, oltre allo stesso curatore, Attilio Mastino, già rettore dell’Università degli Studi di Sassari e Fabio Trudu, docente di Liturgia presso la stessa Facoltà Teologica della Sardegna.
Il preside della Facoltà, padre Francesco Maceri, prendendo la parola nei saluti iniziali, ha richiamato l’attenzione sull’affermazione semplice ma non banale che suggerisce quanto fare teologia sia necessario e non soltanto importante, utile, interessante o strumentale per conseguire un grado accademico indispensabile: “Ciò non toglie però che vi sia sempre la necessità di quello specifico lavoro teologico per mezzo del quale, come diceva il santo dottore Bonaventura, si possa pervenire al credibile ut intelligibile e a ciò che si crede in quanto viene compreso. È questa un’esigenza della piena umanità degli stessi credenti anzitutto perché il nostro credere sia pienamente umano e non sfugga alla sete di conoscenza e di comprensione più profonda e ampia possibile di ciò che crediamo”. “L’indicazione finale del titolo del libro, ‘in Sardegna’, mi suggerisce che la teologia sia necessaria non solo per i credenti, per la Chiesa e la sua missione ma, analogamente, per la società umana. Se è vero che la soluzione di molti problemi del nostro tempo dipende dall’incontro del Vangelo e dell’esperienza umana è altrettanto vero che proprio la teologia è deputata a favorire questo incontro, a individuare gli aiuti che lo promuovono ma anche a smascherare e rigettare gli ostacoli che lo impediscono e scoraggiano.”
Il primo dei relatori, Attilio Mastino, è subito entrato nel merito del testo: “Nel volume pubblicato, i curatori Tonino Cabizzosu e Daniele Vinci hanno sintetizzato quattordici ricchissimi articoli scritti da colleghi e amici che si sono cimentati in questa impresa mantenendo gli sguardi incrociati su tanti temi diversi. Tali articoli ci consentono di penetrare in profondità ma rapidamente nei meccanismi di funzionamento di un’istituzione che è andata acquisendo sempre più prestigio e apprezzamento e questo soprattutto grazie alla ininterrotta direzione affidata ai padri gesuiti e all’azione di tanti studiosi, animatori e collaboratori che hanno seguito i giovani seminaristi tra liceo e Facoltà pieni di spirito cristiano e di passione civile”. Come ha ribadito Mastino, quest’opera si affianca a un’altra importante sempre di Tonino Cabizzosu, ovvero i due volumi: Per una storia del seminario di Cuglieri. “Come dimenticare oggi”, ha proseguito Mastino, “a distanza di una settimana dalla sua scomparsa, il percorso del nostro amato padre Raimondo Turtas che, presso la Facoltà Teologica della Sardegna, tra il ’50 e il ’53 conseguì il titolo di licenza in Sacra Teologia”. Si è poi soffermato su una serie di considerazioni di tipo storico: “La scelta di Cuglieri – ha fatto osservare – fu effettuata da Pio XI a seguito del Concilio plenario sardo del ’24. Cuglieri avrebbe ospitato il seminario maggiore e le due Facoltà di filosofia e teologia. In quegli anni di epidemie malariche si scriveva che Cuglieri fosse inoltre uno dei posti più pittoreschi della Sardegna, con il Santuario della Madonna della Basilica Collegiata dedicata alla Madonna della Neve è certamente una località unica per la sua bellezza e i vigneti con gli oliveti ricchissime fanno bella cornice alla borgata dalla quale si gode uno dei più suggestivi panorami. C’è la possibilità di seguire lo sviluppo nel tempo dell’attività di formazione e il continuo divenire del sapere teologico, in modo strutturato, tra liceo e il baccellierato e dalla licenza alla tesi di dottorato, che anticipava molte soluzioni che le Università statali hanno adottato soltanto di recente. Il dottorato non si è preso in considerazione fino quasi al trentaduesimo ciclo (fino a 32 anni fa!) nonostante il seminario unico regionale ereditasse decenni di una teologia scolastica che si era un po’ logorata nei seminari delle diverse diocesi perché chiusa nei confronti delle scienze moderne”. “Nel ’27 nacque il Pontificio seminario intitolato al Sacro Cuore di Gesù. I compatroni San Paolo Carlo Borromeo e San Luigi Gonzaga permisero alla chiesa sarda di compiere un passo in avanti.” “Mi ha colpito una un’altra cosa che facilmente potrebbe sfuggire ed è questo impegno diretto, costante e continuo, pure con tutte le difficoltà di comunicazione, della Sacra Congregazione dei Seminari e delle Università a mantenere un rapporto costante.” Il trasferimento del Seminario a Cagliari dopo 44 anni avrebbe rimesso in discussione il territorio impoverendolo enormemente […] Conseguenza diretta del Concilio fu il trasferimento a Cuglieri a Cagliari durante il rettorato di padre Giuseppe Bosio. Alla fine degli anni 90 venne mossa la critica che nei pressi del Seminario di Cuglieri non vi fosse una realtà urbana e che la struttura fosse eccessivamente isolata […] La firma di questi giorni del Patto per l’inclusione in Sardegna di 100 chiese e l’incontro tra il presidente della Regione e il presidente della Conferenza episcopale monsignor Miglio dimostrano che esiste veramente una prospettiva nuova e tra le proposte presentate in quella sede figurano la promozione delle istituzioni formative di Sassari e di Cagliari in collaborazione con i due atenei sardi, e il coinvolgimento di numerose associazioni culturali che troveranno spazi nuovi all’interno dei quali potrà definirsi il loro ruolo. L’ex seminario di Cuglieri verrà inoltre recuperato e si avvia a diventare un polo formativo nuovo dedicato alle tematiche sociali.”
Nel suo intervento di chiusura, Fabio Trudu ha sottolineato come in questi 90 anni di storia delle istituzioni del Seminario e della Facoltà Teologica ci siano state delle svolte decisive che hanno indirizzato al cambiamento e all’evoluzione degli ambienti che sono fulcro dell’insegnamento della teologia in Sardegna. “Tra i momenti topici – ha detto – che hanno contraddistinto la storia della Facoltà è da mettere in rilievo un evento che è già stato più volte ricordato e che corrisponde con il passaggio da Cuglieri a Cagliari nel 1971 e un altro momento storico decisivo per l’evoluzione delle istituzioni ecclesiastiche sarde è il Concilio Vaticano secondo e che con il suo insegnamento dottrinale e pastorale e sollecita un rinnovamento delle strutture accademiche ma, chiaramente, anche il passaggio da Cuglieri a Cagliari e da porre in relazione con il Concilio Vaticano II”. “Un altro dato importante – ha aggiunto – è quello relativo al contesto teologico-storico-ecclesiale, ma a me interessa in particolare quello teologico in relazione al ventesimo secolo: un secolo di grandi fermenti già cominciati a dire il vero alla fine del diciannovesimo con i vari movimenti teologici, con il movimento biblico, liturgico, patristico ed ecumenico che hanno portato al rinnovamento della teologia nel Novecento, soprattutto dopo il Concilio Vaticano II”. “A Cuglieri dal 1927 fino al 1971 la Facoltà Teologica è stata annessa al Seminario Regionale che era guidato dai padri gesuiti e la gran parte dei docenti erano stati designati tra questi padri gesuiti. Ma c’erano anche dei docenti che provenivano dal clero sardo e dal 1971, anno nel corso del quale si è trasferita qui a Cagliari la Facoltà, la direzione accademica continua a essere affidata alla Compagnia di Gesù e il corpo docente include sempre più presbiteri diocesani ma anche laiche e laici, religiose e religiosi”.
“Devo dire che ha avuto l’occasione di riprendere in mano tutti gli annuari editi in questi 90 anni di storia della Facoltà Teologica e di leggerli con interesse e con curiosità per cogliere al meglio, nella sua completezza, il percorso che è stato compiuto […] Nei 44 anni della fase cuglieritana la docenza si limitava piuttosto ad una ripetizione della manualistica senza che ci fosse una ricerca innovativa ma occorre dire che, a partire dagli anni ’50, si apre qualche pista di ricerca e soprattutto negli anni ’60, dopo il Concilio, si comincia a valorizzare il fermento degli studi teologici che iniziarono gradualmente a fare riferimento agli ambiti più specialistici degli studi biblici e filosofici come a tutte le altre discipline che sono tutt’oggi oggetto di studio nella Facoltà Teologica. Tra gli anni ’50 e gli anni ’60 comincia ad esserci un corpo docente che poi trova possibilità di sviluppo con il trasferimento della Facoltà a Cagliari, a partire dal 1971. Sempre in questa fase si ha anche lo sviluppo della ricerca operato dai docenti e si inizia a pubblicare la rivista con la partenza dell’attività editoriale, inoltre l’istituzione accademica inizia a proporre convegni e seminari. Da questo momento si ha una crescita dell’interazione e della collaborazione tra le due istituzioni accademiche dell’Isola ed inizia ad instaurarsi un dialogo tra le due università statali di Cagliari e gli Istituti di Scienze religiose di Sassari. E poi la partecipazione di docenti a progetti di studio nazionali e internazionali che risale a questi anni cagliaritani certamente è stata opportunità di conoscere un grande sviluppo, un grande incremento dello studio e della ricerca che negli anni di Cuglieri non si era potuto conoscere”.
“Il punto di forza della facoltà – ha concluso – sono senza dubbio i docenti con gli studenti, il personale non docente e la comunità dei padri gesuiti. Il rapporto col Seminario regionale è sempre vivo e i numeri degli studenti e il fatto che i numeri in genere di coloro che afferiscono alla Facoltà siano contenuti rende possibili i rapporti interpersonali che sono veri […] Ancora altri punti di forza della Facoltà sono la rivista Theologica et Historica e le pubblicazioni del centro stampa che è ora casa editrice; i contatti dei docenti con il mondo accademico nazionale ed estero, e i contatti con le Università statali. Un ultimo punto di forza che è doveroso sottolineare appartiene invece al passato e in particolare alla fase nella quale la Facoltà Teologica era associata al Seminario regionale. In quella fase sono stati attivati dei percorsi formativi all’interno dei quali si sviluppava l’attenzione alle discipline artistiche attraverso le quali si andavano a rappresentare temi teologici poiché il mondo della fede e della religiosità non può prescindere dall’espressione artistica. Anche dopo il trasferimento a Cagliari la Facoltà ha conservato una speciale attenzione per le discipline artistiche, archeologiche e architettoniche. Un’altra tematica che è cara alla Facoltà Teologica è quella della inculturazione della fede. Quella dell’inculturazione della fede è un interesse particolare della Facoltà, della nostra Chiesa e del nostro territorio e occorre dire che ci sono diversi ambiti nei quali si lavora e si è lavorato nell’ottica dell’inculturazione e dell’attenzione al contesto sardo […] Occorre anche ricordare il progetto di valorizzazione della lingua sarda nella preghiera non solo popolare ma anche nella preghiera liturgica: un progetto che non nasce e non è proprio della Facoltà, ma che è sostenuto dalla Facoltà e anche dalla Conferenza Episcopale Sarda per la versione in sardo della Bibbia di testi liturgici di canti liturgici e canti per la liturgia in lingua sarda.
Tonino Cabizzosu e Daniele Vinci (a cura di), Fare Teologia in Sardegna. Per i 90 anni della Facoltà Teologica della Sardegna (1927-2017), Cagliari, PFTS University Press, 2017.