Gionti: “Ho trovato Dio nelle scienze esatte”
Gabriele Gionti SJ gesuita italiano e cosmologo alla Specola Vaticana è stato intervistato dall’ufficio vocazioni della provincia messicana della Compagnia di Gesù alla fine del suo terz’anno in Messico.
Parlando della sua storia di vocazione ha sottolineato che i suoi interessi scientifici lo hanno condotto a trovare Dio anche nelle scienze esatte come la matematica e la fisica. In particolare, seguendo il pensiero del paleoantropologia e gesuita francese p. Teilhard de Chardin, è stato ispirato da questa visione spirituale del cosmo in divenire che tende a un punto Omega che è la Cristificazione dell’universo, un viaggio verso la parusia.
In questa visione, spirituale e non scientifica, si possono conciliare la visione cosmologica scientifica e quella religiosa dell’escatologia verso l’attuazione del regno di Dio. Dal punto di vista più accademico bisogna tuttavia tener distinti i due ambiti di pertinenza, quello scientifico e quello teologico, per non generare pericolosi cortocircuiti. Se si rimane onestamente su questi due piani, dice Gionti, non c’è una contrapposizione tra scienza e fede perché, appunto, sono due ambiti di pertinenza diversi. Ovviamente, come per Tehilard, per la persona di fede ha senso che il Dio della rivelazione sia lo stesso Dio che ha creato l’universo e lo sostiene per amore.