A San Luigi la teologia secondo Francesco
Il 21 giugno, alla Facoltà di Posillipo, retta dai Gesuiti, papa Francesco terrà una conferenza sulla teologia del Mediterraneo. Padre Di Luccio: “Penso che la difficoltà per i teologi non sia solo quella di uscire dalle aule, dai loro studi e dalle biblioteche ma uscire da se stessi, dalle loro convinzioni, e anche da una certa tendenza all’egoismo e al narcisismo a cui può condurre una vita di studio”.
Per parlare della teologia dopo la Veritatis Gaudium papa Francesco ha scelto una piccola Sezione di una Facoltà teologica del sud Italia retta dalla Compagnia di Gesù, le cui origini risalgono al 1552. Dal 1969 insieme alla Sezione San Tommaso della diocesi di Napoli, San Luigi forma la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. 414 oggi gli studenti – di cui 76 laici – che la frequentano e 76 i docenti.
Nella Facoltà e in tutta la città cresce l’attesa per una visita insolita e significativa, frutto di un invito rivolto dal decano, p. Pino Di Luccio, al Papa mentre attendeva l’arrivo del presidente Rivlin e della delegazione israeliana in Vaticano lo scorso novembre.
I lavori del convegno inizieranno la mattina del 20 giugno dall’analisi delle complessità e contraddizioni che caratterizzano il contesto del Mediterraneo per passare il 21 alle proposte: l’arte come luogo di incontro e dialogo, il dialogo con le altre religioni, il discernimento come metodo di risoluzione delle tensioni antitetiche, quindi testimonianze e proposte. A conclusione l’intervento del Pontefice.
L’evento, per cui è prevista una diretta che permetterà al pubblico di seguire i lavori da casa, vedrà insieme docenti della Sezione San Luigi della PFTIM e docenti di Università italiane ed estere che collaborano all’elaborazione di una “teologia contestuale”. A spiegare il significato del termine p. Di Luccio:
“Il convegno riguarda un documento, la Veritatis Gaudium e più precisamente il proemio, che promuove un nuovo corso di studi ecclesiastici e una teologia rinnovata e aggiornata che sa discernere i segni dei tempi per individuare dove lo Spirito di Gesù risorto rende vivo il Vangelo nella storia, nel mondo e nella Chiesa. Per questo la teologia della Veritatis Gaudium parte dal contesto e dalla realtà; innanzitutto dal kerygma, che è il Vangelo e l’annuncio della misericordia di Dio, nel contesto originario e nella realtà in cui originariamente la Parola di Dio annunciata nel Vangelo si è incarnata. I teologi hanno il compito di dire e di ripetere nelle mutevoli situazioni storiche, come sta attuando lo Spirito di Gesù negli avvenimenti della Chiesa e del mondo. Ma hanno anche il compito di ricordare che il contesto originario in cui si è manifestata e si è compiuta la rivelazione dell’Amore di Dio resta imprescindibile per il discernimento dell’attualità della Parola di Dio in nuovi contesti”.
Perché il Mediterraneo come contesto assume oggi un particolare rilievo?
“Con le indicazioni del Proemio la teologia nel contesto del Mediterraneo si delinea come una teologia che proprio in questo contesto riscopre le sue radici bibliche. Esse includono il dialogo, la comunione e la solidarietà, l’ospitalità e l’accoglienza. Nella rivelazione biblica la coscienza storica del popolo di Israele è caratterizzata dall’esperienza della migrazione e dalla consapevolezza di essere stato straniero (Lev 19,33-34). Lo straniero e l’ospite nella rivelazione biblica sono manifestazione della presenza divina (Gen 18,1-16; Mt 25,31-46; Eb 13,1-3). Inoltre, il Vangelo esprime nella sua forma (greca) l’incontro e l’accoglienza di culture che sono diventate mediazioni dell’evangelizzazione non solo dal punto di vista linguistico, ma proprio dell’annuncio del kerygma. Gesù nel Vangelo di san Luca propone come esempio dell’osservanza della Torà un samaritano e uno straniero (Lc 10,29-37). Il Vangelo continua a incontrare le culture e a evangelizzarle, continua ad approfondire il kerygma nell’incontro con le culture, e continua a indicare negli stranieri e nei “lontani” esempi di evangelizzazione, testimoni dell’Amore che Dio Padre ha rivelato nella persona e nella vita di Gesù di Nazareth e reso vivo e attuale con il dono multiforme e creativo dello Spirito santo”.
Il Papa chiede ai teologi uno studio non autoreferenziale, sempre in dialogo e in grado di dare strumenti per affrontare i problemi dell’uomo di oggi. Come è possibile un simile approccio?
“Per Papa Francesco “la teologia si fa in ginocchio”, cioè a partire dalla fede, ascoltando la voce dello Spirito che parla nella preghiera, ascoltando la fede della gente semplice e lo Spirito che anima la loro fede, e ascoltando lo Spirito che rende viva la Parola di Gesù nella vita che viviamo e nella nostra storia.
Penso che la difficoltà per i teologi non sia solo quella di uscire dalle aule, dai loro studi e dalle biblioteche ma uscire da se stessi, dalle loro convinzioni, e anche da una certa tendenza all’egoismo e al narcisismo a cui può condurre una vita di studio.
Certamente nell’era della società liquida, tecnologizzata e globale, in cui le società occidentali secolarizzate sono riconfigurate dalla confluenza e dalla convivenza di popoli con culture e tradizioni religiose diverse, la teologia ispirata dalla Veritatis Gaudium può contribuire, con l’annuncio del Vangelo, in dialogo con le culture e le religioni, in collaborazione e in rete coi saperi di diverse discipline e di diversi centri accademici, alla promozione della giustizia e all’edificazione della pace, all’accoglienza e al rispetto della diversità, alla costruzione di una società fraterna, e alla custodia della casa comune che è il creato”.
Quale contributo teologico sta indicando Francesco con la sua testimonianza?
“La scelta di Papa Francesco di partecipare a un convegno di teologia è inusuale. Ascolterà discorsi impegnativi. Chi conosce Papa Francesco sa che è un bravissimo ascoltatore. Quindi terrà una conferenza di carattere teologico, in particolare sulla teologia del Mediterraneo. Sappiamo bene che i nostri studenti imparano dai nostri comportamenti più che dalle nostre parole e dalle nozioni che gli trasmettiamo. Abbiamo bisogno di convertirci all’Amore. La partecipazione di Papa Francesco al convegno di giugno, sono certo, sarà per questo occasione straordinaria”.
La Collana Sponde
In preparazione all’evento la sezione san Luigi della Pontificia Facoltà teologica ha inaugurato una Collana dal titolo “Sponde” pensata come un’offerta di strumenti per elaborare una teologia adatta al nuovo contesto del Mediterraneo. Qui la presentazione della Collana.
La lettera degli studenti
Il coraggio di sognare che ha Papa Francesco e l’impegno coerente a lottare contro indifferenza e diseguaglianze: questo ha ispirato il gruppo di studenti della Pontificia Facoltà di Teologia dell’Italia meridionale,sezione san Luigi, di Napoli a scrivere una lettera al Papa, che incontreranno il prossimo venerdì. In essa esprimono i loro desideri di rinnovamento della Teologia a partire dal magistero di Francesco.
La visita su TV2000
La visita del Papa sarà trasmessa in diretta su Tv2000, in collaborazione con il Centro Televisivo vaticano. Lo Speciale di Tv2000 alla visita di Papa Francesco a Napoli, sabato 21 giugno, parte alle 6.00 del mattino con l’inizio programmi. Alle 6.30 in diretta il Rosario da Pompei, subito dopo, tutta la mattina sarà dedicata al viaggio di Papa Francesco. Alle 14.20 dirette e collegamenti con i vaticanisti e gli inviati. “Il Diario di Papa Francesco” aprirà gli studi per seguire l’intero viaggio del pontefice con ospiti e interviste. Per l’intera giornata non mancheranno gli approfondimenti del Tg2000 delle 12 e delle 18.30. Infine alle 21.05 “Il meglio di Papa Francesco a Napoli”