Cagliari: “Interconnessi”, ecumenismo e ambiente
Difesa dell’ambiente, teologia ed ecumenismo, ma anche il ruolo dell’economia e della politica, sono stati al centro di un convegno di due giorni, il 18 e il 19 ottobre 2019, alla Facoltà Teologica della Sardegna a Cagliari, dal titolo “Interconnessi: Fede ed ecologia nell’era digitale”.
L’analisi del rapporto tra questi differenti ambiti è stato sviluppato a partire dall’Enciclica di papa Francesco “Laudato Si’” e dall’idea di “interconnessione” che è un concetto chiave dell’ecologia, ma che è presente in maniera decisiva nella Bibbia, così come nell’esigenza del dialogo interreligioso e nello sviluppo economico di un territorio. Su queste tematiche si sono confrontate alcune rappresentanti della Chiesa cattolica e della Chiesa evangelica battista, ma anche politici e imprenditori, chiamati a riflettere su tutte queste relazioni.
Per ciò che riguarda il chiarimento del titolo del convegno (“Interconnessi”), “in questa nostra epoca”, ha detto il professor Giuseppe Tilocca della Facoltà Teologica, uno degli organizzatori dell’evento, “viviamo uno strano paradosso: da un lato c’è la consapevolezza di essere tutti ‘connessi’ tramite i social media, ma dall’altro siamo anche tutti disconnessi. Per esempio abbiamo un’etica disconnessa dall’economia e dalla politica; le religioni disconnesse tra di loro, i gruppi politici, le minoranze e tanti altri ambiti che di fatto non comunicano”. “In questo convegno”, ha proseguito, “abbiamo invitato diverse voci a dialogare e confrontarsi: le diverse Chiese anzitutto, ma anche imprenditori, come Carlo Milia e Daniela Ducato che hanno saputo conciliare etica e ricavi lavorando su strutture abbandonate o sui biomateriali e sugli scarti. E poi c’è il ruolo della politica, nel nostro caso con una rappresentanza dall’assessore regionale dell’Ambiente, che non è solo quello di annunciare progetti e finanziamenti, ma anche quello di educare alle ‘buone pratiche’.
Nel primo intervento, il pastore Angelo Reginato, biblista dell’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia, ha offerto uno sguardo non banale sulla Bibbia a proposito della questione ecologica: “Non vi parlerò dei singoli brani classici che interrogano il tema ecologico”, ha detto, “ma mi concentrerò sulla ‘connessione’ all’interno delle Scritture e in relazione al presente”. Così facendo, Reginato ha subito “ribaltato” l’interpretazione canonica di Genesi 1-11 da una visione unicamente “creazionistica” a un’altra che vede questi primi capitoli della Bibbia come una grande introduzione a tutte le Scritture: “Questi capitoli vogliono offrire la grammatica di tutto il discorso biblico”. Questa grammatica, come ha spiegato Reginato, parla della Bibbia come il libro delle “seconde volte”: dove cioè le “prime volte” non funzionano mai. Per esempio, ha detto, “Mosè che spezza le tavole della legge: le tavole sono sempre quelle, ma la prima volta non funzionano, falliscono. Anche lì, la verità accade nella seconda volta. Tutta la Bibbia è un libro di continue riscritture. È un provare a dire cosa gli occhi vedono, cosa esplorano. La Sapienza offre uno sguardo lucido, sembra dire: ‘Stiamo sulla realtà’. La fede biblica ci richiede di recuperare il nostro essere nel mondo. La fede religiosa oggi è autoreferenziale. La Bibbia ci provoca a cogliere nel post-moderno il dono dell’incertezza”.
Padre Mauro Bossi, gesuita e redattore di Aggiornamenti Sociali, intervenuto dopo Angelo Reginato, ha mostrato la piena concordanza di papa Francesco, nella enciclica Laudato Si’, con questa visione d’insieme della Bibbia. “Ho raccolto volentieri”, ha detto padre Bossi, “il paradosso su connessioni e disconnessioni nella nostra epoca, lanciato da don Giuseppe Tilocca. Ecco, vi dico che la Laudato Si’ rappresenta precisamente un percorso di riconnessione, una proposta di cammino e non una sintesi dottrinale”. In una analisi del testo per punti essenziali, padre Bossi ha offerto due chiavi di lettura fondamentali: “Il tempo è superiore allo spazio”, da cui la necessità di una cura particolare a quest’ultimo; e il modello di papa Francesco del “poliedro”, per il quale è necessario rispettare le diversità e le peculiarità, far coesistere le differenze e, anzi, valorizzare ciò che apparentemente non sembra essere necessario. “Detto in termini evangelici”, ha aggiunto il gesuita, “è proprio dalla pietra scartata che viene ciò che è più prezioso”.
Nella giornata successiva, Simone Morandini dell’Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino di Venezia, ha esposto la storia della crescente sensibilità ecologica all’interno della Chiesa del XX secolo e, conseguentemente, dell’approfondimento teologico del tema della “casa dell’uomo” come “casa di Dio”. Pertanto, ha ribadito, “l’idea di una casa comune da abitare insieme, intesa come comprensione empatica della terra (‘ecologia integrale’)”. “Nella modernità”, ha detto Morandini, “si è spesso visto il cristianesimo come religione ‘anti-naturalistica’, e certamente ci sono delle ragioni per questo. Ma occorre tener conto di una storia più lunga e di altre ragioni più ampie”. Sempre più nel XX secolo, con dei pionieri come Albert Schweitzer, Teilhard de Chardin e Josef Seifert, fino a teologi come Moltmann, Boff e Zizioulas, c’è stata una attenzione al creato, seppure in vari modi che magari non definiremmo “ecologisti” alla maniera odierna. E poi tanti eventi, incontri e assemblee ecumeniche, a partire dalla fine degli anni ’80 fino al messaggio di Giovanni Paolo II per la Giornata mondiale della pace del 1990, che rappresentano dei veri e propri antecedenti alla pubblicazione di questa enciclica, la Laudato Si’ (2015), che ha la caratteristica unica – ha fatto rilevare Morandini – di aver trovato risonanza e ascolto in luoghi e contesti dove mai testi ecclesiali erano entrati (il professor Morandini ha citato la prestigiosa rivista americana “Science”), portando molte le persone a leggere il Vangelo a partire da un’enciclica.
Nella tavola rotonda conclusiva, dedicata alle “buone pratiche” e agli interventi concreti in tema di ecologia, sono intervenuti una rappresentante dell’assessore della Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna Gianni Lampis, Carlo Milia dell’Ecoistituto del Mediterraneo, e Daniela Ducato, imprenditrice.
Hanno introdotto e moderato le relazioni, padre Francesco Maceri, preside della Facoltà Teologica della Sardegna, la pastora Elizabeth Green della Chiesa Evangelica Battista, don Mario Farci, docente di Teologia sistematica alla Facoltà Teologica della Sardegna e don Giuseppe Tilocca docente di Filosofia morale nella stessa Facoltà.
Il convegno è stato organizzato dalla Facoltà Teologica della Sardegna e dalla Chiesa Evangelica Battista di Cagliari in collaborazione con l’Ufficio diocesano di Pastorale sociale e del lavoro. Era presente monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari.
All’interno del convegno è stata anche presentata la mostra fotografica “Terra da abitare, bellezza da custodire” a cura del Coordinamento regionale per il Progetto culturale della Conferenza Episcopale Sarda, ed esposta alla Facoltà Teologica della Sardegna (via Sanjust 13, a Cagliari) dal primo al 31 ottobre. La mostra, proposta dalla Conferenza Episcopale Sarda e curata da Salvatore Ligios, offre 100 stampe fotografiche realizzate da dieci fotografi delle varie diocesi della Sardegna che mostrano le bellezze e le contraddizioni dell’Isola, accompagnate da testi di presentazione delle foto stesse.