“Ave Maria”: dal concerto nasce un progetto, per la comunità di Tirana
Fare qualcosa per aiutare la periferia della parrocchia e al contempo celebrare l’Anno Ignaziano. È questo lo scopo che ha portato alla realizzazione di “Ave Maria”, un concerto evento realizzato il 21 ottobre, presso la parrocchia del Sacro Cuore a Tirana. Giovani e artisti hanno collaborato per il progetto “Recupero scolastico per i bambini di Kombinat”.
Oltre all’attività di beneficenza, l’evento ha permesso ai fedeli della comunità di avere una maggiore consapevolezza della necessità di essere costantemente impegnati, attivi e creativi nella vita della Chiesa, mettendo i talenti ricevuti dal Signore anche a servizio della comunità. Un modo per moltiplicare i doni che Dio ha fatto a ciascuno di noi.
«L’anno Ignaziano ci chiede di esaminare ciò che Dio ci chiede in questo momento della nostra vita, ove siamo, nello spazio che ci viene dato, ogni giorno. Lavorare insieme per realizzare un tale desiderio ci ha fatto mettere in luce i talenti che ognuno di noi ha», dichiara padre Zef Bisha, parroco al Sacro Cuore. L’iniziativa proposta ha avuto un grande successo: «Pedagoghi, pittori, attori, studenti del conservatorio di musica, artisti e tanti, tanti altri hanno risposto alla nostra chiamata gratuitamente». L’iniziativa del concerto avrà così un seguito in un progetto che verrà sviluppato nel centro dei gesuiti “Padre Anton Luli”, a Vaqarr. «Tutti i bambini che parteciperanno a questa attività, trascorreranno del tempo di studio presso il centro padre Anton Luli. Verrà offerto loro il trasporto gratuito e nei locali del centro avranno la possibilità di fare lezioni con docenti dedicati, divisi in classi e con un numero congruo di studenti. Vari volontari saranno impegnati per intrattenerli, con dei giochi dopo le lezioni». Nella stessa zona i gesuiti da anni organizzano corsi estivi, giochi, doposcuola, ecc.. «A parte il grazie a tutti coloro che hanno lavorato senza sosta per la realizzazione di questo evento», dice padre Bisha, «voglio sottolineare la gioia che abbiamo provato nel collaborare insieme. Abbiamo sperimentato come, mettendo insieme i doni di ciascuno, possiamo fare grandi cose».