Diventare gesuita: in cammino con Leonardo e Cristiano, da poco diaconi
Leonardo, 37 anni, è in Compagnia dal 2012. Ha studiato ingegneria dell’organizzazione industriale a Padova e Barcellona, lavorato un po’ in Paraguay in una cooperativa che produce zucchero per il commercio equo-solidale.
“Sono entrato dopo aver conosciuto Ignazio, gli Esercizi Spirituali e la vita di una bella comunità a Bologna, Villa San Giuseppe. Vi sono rimasto un anno e mezzo per ritrovare i tanti cocci sparsi della mia storia tra viaggi, conversioni e tentativi di felicità”.
E la Compagnia è sentita subito casa: “perchè non chiedeva di mettersi un abito, ma di trovare quello che il Signore aveva da sempre preparato per me…e in questa ricerca mi sento ancora, ma non più solo”. Due anni appassionanti a Torino nella pastorale dell’Istituto Sociale, condividendo il lavoro con professori, giovani universitari e altri religiosi, con lo stesso fine di essere presenti e rendere significativa la vita dei ragazzi. Ora gli studi di teologia a Madrid.
“La montagna è il luogo che da sempre mi ha comunicato la presenza e la provvidenza di Dio nella mia storia e in tutte le cose, e il fatto che quasi mai in montagna si vada da soli è segno di come Dio mi ha parlato e mi accompagna attraverso amici, familiari e compagni. Mi sento portato qui da una carovana composta da gesuiti e amici più o meno credenti. Sono loro le parole con cui il Signore sta scrivendo la mia storia.Il diaconato? Un dono di maggiore intimità e vicinanza con Gesù al quale ho potuto dire semplicemente “Sì, grazie! “.
Cristiano è cresciuto a Sassari, nel nord della Sardegna. Dopo gli studi in Lettere e un master si trasferisce, a metà del 2000, a Milano per lavoro, settore risorse umane di multinazionali dell’auto. Nel frattempo, l’incontro con i gesuiti del San Fedele. “Tra una messa e l’altra, e molto altro ancora, scopro che la vita religiosa potrebbe fare per me, chissà! Dopo un colloquio con uno dei padri vengo dirottato a Bologna, la comunità responsabile delle vocazioni. Un anno e mezzo di fine settimana passati a Villa San Giuseppe: “treni alta-velocità Milano-Bologna, Esercizi e fraternità.
Alla fine del percorso entro nel noviziato a Genova, nel 2013″. Un’esperienza intensa e meravigliosa di vita quotidiana, preghiera e conoscenza della Compagnia. Passati i primi due anni a Genova ecco l’arrivo a Roma per studiare filosofia in Gregoriana. “Altri due anni intensi e affascinanti, vissuti tra lo studio e la bellezza di ritrovarsi in una comunità internazionale.
Ed è così che, alla fine, vengo catapultato in un altro continente”. Destinazione Uganda, in Africa, ad insegnare in un collegio a Gulu. “Lì mi fermo un anno. E con il cuore in gola per la bellezza dei paesaggi ugandesi, termino la tappa del magistero nella periferia napoletana, a Scampia”. Dai paesaggi mozzafiato dell’Africa, ai sapori e odori della cucina napoletana. Mi lascio sedurre da Napoli e dalla sua gente”.
Poi la teologia. “Un altro aereo, un altro viaggio, la Spagna, Madrid. Un piccolo passo in più nella vita della chiesa e della Compagnia. Il diaconato è dono immeritato. Apre la porta alla gratuita responsabilità dell’annunciare il Vangelo di Gesù, con la stessa attitudine Sua, sono venuto per servire e non per essere servito”.