A Pisa il Piccolo Festival della Fiducia
Dal 7 all’11 Giugno si è tenuta a Pisa la seconda edizione del “Piccolo Festival della Fiducia”, promosso dalla Libreria Pellegrini in collaborazione con la Cappella Universitaria di San Frediano.
Nel piazzale antistante la chiesa sono stati proposti ogni giorno due incontri, alle 18.00 e alle 21.30, che hanno avuto come tema: “Sappiamo ancora dire noi?”.
Interventi di Bizzocchi, Mazzoni, Affinati e Rondoni
Sotto la direzione scientifica del Prof. Tommaso Greco, ordinario di filosofia del diritto a Pisa, si sono succeduti sul palco alcuni docenti dell’Università, tra cui il Prof. Roberto Bizzocchi, che ha dialogato con Eleonora Mazzoni sulla figura e l’opera di Alessandro Manzoni, e scrittori, quali Eraldo Affinati, che ha proposto una riflessione sulla figura di don Lorenzo Milani, due grandi personalità di cui ricorrono gli anniversari.
Molto significativa anche la conclusione del Festival, con il poeta Davide Rondoni che ha letto e commentato alcuni testi poetici, anche in riferimento al Vangelo e alle lettere di san Paolo, sul tema della fiducia. Lettura piacevolmente alternata a brani musicali eseguiti da Maria Di Bella al violono e Franco Bonsignori alla fisarmonica.
Quale fiducia nell’Università?
Ma per gli studenti la serata di sabato è stata la più significativa, perché hanno avuto la possibilità di dialogare con la prof.sa Enza Pellecchia, Prorettrice per la coesione universitaria e il diritto allo studio, e il prof. Alessio Cavicchi, Delegato per la promozione della cultura imprenditoriale e dell’innovazione, entrambi dell’Università di Pisa.
“C’è ancora fiducia nell’Università”? Questa la domanda di fondo che ha guidato il dialogo studenti – insegnanti. L’incontro è stato organizzato e condotto dagli studenti del GrUSF (Gruppo Universitari San Frediano), che si riunisce e opera stabilmente nella Cappella universitaria.
Marco Argento, uno degli animatori del GrUSF, così commenta l’incontro:
«È stato molto bello potersi confrontare su aspetti dell’università che a volte diamo per assodati o inevitabili. Abbiamo espresso la necessità di fiducia reciproca che ci dev’essere tra studenti e professori. Ma soprattutto, abbiamo espresso la volontà di fare di tutto per non lasciare indietro gli studenti più fragili ed evitare di vivere il periodo dell’università con smarrimento. È necessario prendersi cura dei fuori corso, che tragicamente rappresentano la normalità, e di quegli studenti che, a causa dei grandi numeri delle aule universitarie, rimangono isolati e non riescono ad integrarsi nel contesto universitario.
Abbiamo sottolineato che l’università non viene costruita solo dai professori, ma anche (e forse soprattutto) da noi studenti che con contributi, riflessioni e impegno possiamo renderla migliore per noi e per gli studenti che verranno».
La centralità delle relazioni
Tra le varie questioni trattate, una delle più sentite è stata il rapporto umano con i professori, che talvolta è carente: ci sono professionisti preparati ed eccellenti nel loro campo, ma con poche capacità sociali. Dal dibattito è emersa, quindi, la necessità che gli insegnati siano formati anche da questo punto di vista relazionale.
È stato anche sottolineato che il tempo dell’Università non dev’essere solo dedicato allo studio, ma è un momento di formazione integrale della persona. Perché, allora, l’Università deve essere così dura e totalizzante in termini di ore di studio? Non sarebbe meglio lasciare più tempo libero agli studenti per sviluppare in modo autonomo le relazioni sociali e per coltivare altri interessi che possono aiutare ad acquisire le soft skills?
Altre domande hanno riguardato la necessità di una formazione pratica e non solo teorica, gestendo meglio i tirocini; o ancora le modalità di valutazione della preparazione in sede di esame.
È stato un momento di confronto franco e stimolante, che si è concluso con una bella serata in stile pub organizzata dal GrUSF e dall’Associazione “Calabresi a Pisa” e con la visione della finale di Champions League.