TikTok, shorts e reels: i social entrano in seminario

Stories, video, shorts, reels, script, editing. Ma anche analisi dei rischi e delle potenzialità dei social, breve storia, linguaggio, utilità.
Sono gli elementi essenziali di un laboratorio voluto da p. Andrea Piccolo SJ, rettore del Seminario interregionale di Napoli, e dall’équipe formativa su richiesta dei seminaristi del 6° anno: “Sentiamo l’urgenza di approfondire il linguaggio e la modalità di comunicazione dei giovani” spiega p. Piccolo “per camminare accanto anche in questa dimensione dominante della loro quotidianità”.
Il progetto realizzato in sinergia con l’ufficio comunicazione della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù si è svolto dal 10 al 12 marzo a Posillipo.
A portare la loro esperienza sono stati Caterina Rizzi, 24 anni, content creator e video maker con profili da 150 mila follower e Francesco Chiappetta, content creator.
“I social sono generatori d’impatto” sottolinea Francesco ” con capacità di creare community in poco tempo”. “Si abitano per innescare relazioni, comunicare, connettere” aggiunge Caterina. “Sono strumenti davvero preziosi per la nuova evangelizzazione”.
A fruirne sono stati 19 ragazzi del sesto anno, che hanno ultimato il percorso come studenti residenziali e vivono l’ultimo tempo formativo nelle loro diocesi, rientrando solo per alcuni moduli.
Dalla direzione spirituale, alla confessione, alla gestione degli aspetti anche economici di una parrocchia. “Il focus sui social è stata una nostra proposta. I ragazzi sono lì” spiega Nico, 27 anni, “abbiamo chiesto degli esperti per lavorare non solo sul contenuto ma anche sulla forma”. “Dobbiamo aggiornarci” aggiunge Giuseppe, 34 “per comprendere le potenzialità di questi strumenti”.
Nel corso del laboratorio sono stati realizzati alcuni video prodotti dai seminaristi, utilizzando le indicazioni fornite per la struttura, le riprese e il montaggio.
Risonanze
Grande la partecipazione e l’entusiasmo, compresa la capacità di mettersi in gioco. Nella rilettura dell’esperienza tanti i riscontri emersi:
“Il social è un gancio e opportunità, ma richiede anche equilibrio interiore per non lasciarsi soffocare. Non tanto per la paura di svendersi o svendere il messaggio ma proprio come custodia personale. Il laboratorio ci ha offerto piste per entrare in relazione in modo più creativo con gli altri”.
“Mi sono sentito chiamato ad abitare questo mondo. Il Vangelo è entrare in relazione con Qualcuno ed entrare in contatto con la novità che cambia la vita. Tocca a noi, che viviamo questo cambiamento, usare questi nuovi linguaggi ed entrarci davvero”.
“Sono luoghi da abitare con autenticità senza banalità e pregiudizio”.
“Un ottimo strumento per arrivare a qualcuno. Non il fine. È la dinamica di sempre: di fronte ai cambiamenti non dobbiamo rimanere immobili”.
“Un ambiente da abitare, con un contenuto da portare e un linguaggio da apprendere”. “Sapere questi nuovi elementi, mi permette di aiutare altri giovani”. “Suscitare una domanda, anche solo questo basta”.
“Più che guardare al passato in questo caso stiamo guardando al futuro. Ci proietta avanti. Lo facciamo da battitori liberi o da comunità? La sfida è creare community”.
“È stato un input che ha innescato una riflessione più ampia sulla comunicazione: come raggiungere un equilibrio tra contenuto e forma? Chi sono i nostri interlocutori?”
“Autenticità e immediatezza sono elementi non solo validi per la comunicazione social ma per la realtà. La capacità di attenzione delle persone è minima oggi. Apprenderne il linguaggio può paradossalmente aiutare ad essere più immediati e autentici nelle relazioni, nelle omelie”.
“Mettere le mani in pasta è stato interessante. Tra i progetti una repository di contenuti di altri validi?”.
“L’obiettivo non era certo farne dei content creator o preti influencer” sottolinea p. Piccolo “ma comprendere la struttura del linguaggio dei ragazzi, e con loro provare ad abitare i social, ascoltandone le domande profonde e i timori, accompagnandoli ad una riconnessione con la realtà, da rileggere, per camminare insieme”.
