A Milano i giovani dei gruppi ignaziani incontrano padre Roberto
Lo scorso 3 ottobre, al Centro Schuster di Milano, circa settanta giovani che partecipano ai vari gruppi di spiritualità ignaziana di Milano hanno incontrato padre Roberto del Riccio, responsabile della Provincia Euro-Mediterranea dei Gesuiti. Quello che segue è un breve racconto della mattinata vissuta insieme a padre Roberto, scritto da una dei giovani presenti.
Dopo un momento introduttivo dedicato al racconto di alcuni snodi importanti della sua storia, padre Roberto ha lasciato spazio alle nostre domande, mettendosi “a disposizione”. Superato il classico silenzio iniziale, nella sala si è gradualmente instaurato un dialogo tra noi giovani da un lato, con le nostre domande, e padre Roberto dall’altro, con le sue ipotesi di risposte. Le domande sono state molto varie, ma in generale nate a partire dal vissuto quotidiano di ciascuno: lavoro, relazioni, attività educative e di volontariato.
Evitando risposte astratte, padre Roberto ci ha stimolato a un confronto con noi stessi e con le nostre fragilità, invitandoci a considerarle un tratto caratteristico e ineliminabile dell’umano, da accogliere piuttosto che tentare di eliminare. La categoria della fragilità, che rimanda, inevitabilmente, al bisogno degli altri, alla nostra costitutiva dipendenza, è stata – come ci ha ricordato padre Roberto – vissuta anche dallo stesso Gesù nelle proprie relazioni: si è lasciato amare e ha amato a propria volta.
L’incontro si è concluso con una domanda di padre Roberto a noi, che vuol essere lo spunto iniziale per un futuro incontro aperto a giovani di gruppi e provenienze diverse: cosa volete che noi [come gesuiti, come consacrati, come adulti] facciamo per voi?
La prima domanda di un dialogo a più voci e tra più generazioni.