“A Natale fai posto ai rifugiati”
Il Concerto di Natale per rifugiati, amici e volontari del Centro Astalli e la proposta di sostenere, con una donazione, i progetti di integrazione.
In un angolo una Natitivà che ha come sfondo Lampedusa, la foto della porta d’Europa di Mimmo Palladino. Sull’altare maggiore la Takadum Orchestra che con ”Addije” richiama i suoni e le voci del Mediterraneo, storie di migrazioni, di incontri, di addii e ritorni. La chiesa di sant’Andrea al Quirinale, il 17 dicembre, ha ospitato il Concerto di Natale per rifugiati, amici e volontari del Centro Astalli. Una serata per dirsi, insieme, «il desiderio di costruire comunità inclusive nel nostro Paese, che vuole continuare a essere accogliente», dice padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro. Nel suo saluto scorrono le immagini di «un anno difficile»: le centinaia di persone detenute in Libia; la vicenda della nave Diciotti; l’approvazione del decreto sicurezza «che sembra vanificare il faticoso lavoro di integrazione fatto in questi anni in collaborazione e con l’aiuto delle istituzioni»; l’attacco terroristico di Strasburgo. «Continuiamo con coraggio e speranza», non con buonismo, dice il gesuita, che ricorda la profezia di pace di Isaia.
Il concerto della Takadum Orchestra (artisti presenti in Yayla, musiche ospitali, il doppio CD realizzato dal Centro Astalli in collaborazione con Appaloosa Records, IRD Distribution) è stato accompagnato dal racconto della vicenda del piccolo Victor. La mamma Hope, nigeriana, in possesso di un permesso di soggiorno umanitario, il papà Ali, gambiano, in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato, la sorellina Fatima di 13 mesi sono arrivati a Roma poche settimane fa. Dal Centro d’accoglienza straordinaria di Catanzaro dove si trovava, chiuso in seguito alla nuova normativa, la famiglia è sbarcata a Roma, ed è stata accolta in via emergenziale al Centro Astalli. Il giorno dopo l’arrivo Victor è venuto al mondo prematuramente. Pesava un chilo e 300 grammi, ma ce l’ha fatta, e resterà al calduccio in un’incubatrice almeno per un mese. Dopo non si sa, perché per la sua famiglia, nel nostro paese, oggi «non c’è posto». «Oggi facciamo per la prima volta i conti con il fatto che una protezione umanitaria in corso di validità e una richiesta di protezione internazionale rappresentano un’emergenza, in mancanza di risposte legali e accessibili a chi ne ha diritto», scriveva padre Camillo il 12 dicembre su Avvenire. «Per aiutare uomini e donne in difficoltà pare che nel nostro Paese siano rimasti solo quelli che una certa propaganda chiama ‘buonisti’. Ma in realtà a salvare il mondo da duemila anni a questa parte sono gli uomini e le donne di buona volontà».
Il progetto per Natale
Il concerto è stata l’occasione per rilanciare l’iniziativa “A Natale fai posto ai rifugiati”, che prevede il sostegno, con una donazione, ai progetti di integrazione del Centro Astalli.
Sono tre le soluzioni concrete ed efficaci proposte:
– le spese per la formazione professionale o l’inserimento lavorativo di un rifugiato attraverso un tirocinio;
– il pagamento di alcune mensilità di affitto;
– la realizzazione di laboratori artistici, attività di sostegno allo studio, scambio linguistico e percorsi di educazione non formale presso il nuovo centro diurno “Matteo Ricci” dove i rifugiati, insieme a loro coetanei italiani, accederanno a percorsi innovativi per la loro inclusione sociale.
Una parte importante del percorso di integrazione è scoprire e rafforzare le proprie competenze. Per questo è importante sostenere l’empowerment e l’inclusione dei rifugiati.
Per saperne di più www.centroastalli.it
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