A Poliedri, Aldo Moro e la memoria politica
Martedì 17 aprile, nella sala Nickelodeon di Genova è stata presentata l’Associazione Poliedri e la sua Scuola di politica e cittadinanza attiva, che partirà a settembre.
Il progetto dei Poliedri è ambizioso: nella consapevolezza del generale disinteresse verso la politica e la cosa pubblica, si vuole creare uno spazio di formazione per i giovani, fra i 20 e i 35 anni, che si sentono attratti dal funzionamento delle istituzioni o che comunque percepiscono la necessità civica di una maggiore consapevolezza circa la vita politica locale e nazionale e i suoi meccanismi. Nella certezza che la buona volontà e gli ideali personali vadano affiancati dalla preparazione e dallo studio, Poliedri propone una Scuola cittadina, che – pur incardinandosi sulla struttura e la collaborazione offerta dalla Compagnia di Gesù (attraverso il parternariato, fra gli altri, con la Fondazione Culturale San Fedele e l’Associazione Percorsi di Vita) – presenta una matrice laica e apartitica (per maggiori info: www.poliedri.it).
Il lancio della Scuola prevede un breve ciclo di lezioni, atte a evidenziare quanto sia rilevante e attuale la necessità di avere una specifica formazione in ambito politico. Il primo incontro ha visto l’intervento del prof. Alberto Guasco, con la sua lezione dal titolo “L’uomo del dopodomani. Aldo Moro, una storia della nostra Repubblica”.
Il relatore ha analizzato la figura di Aldo Moro, delineando i tratti salienti del grande politico (ma soprattutto statista, come evidenziato dal prof. Guasco stesso) e la sua collocazione nella storia italiana, dall’entrata in vigore della Costituzione fino alla sua morte nel 1978. Obiettivo principale di Guasco è stato quello di dare profondità storica e istituzionale a una figura che, negli ultimi anni, troppo spesso viene appiattita solo sui 55 tragici giorni di prigionia e sulla drammatica fine e che, altrettanto spesso, viene erroneamente assimilata ad altri personaggi politici (come Enrico Berlinguer), dimenticandone i tratti salienti.
In particolare, il pensiero e il disegno politico di Moro è stato analizzato suddividendolo in tre fasi: quella centrista, quella volta alla creazione del centro-sinistra, e quella finale (parzialmente inattuata) volta al consolidamento dell’unione fra DC, Partito Socialista e Partito Comunista. Nel fare ciò, Guasco non ha mancato di evidenziare la capacità di Moro di guardare con attenzione non solo al contesto nazionale, ma anche a quello internazionale, alla ricerca di un equilibrio il cui portata toccasse non solo l’oggi, ma anche (e soprattutto) il domani.
Dalle parole di Guasco, che in un’ora e mezza ha coinvolto e affascinato i presenti con la sua oratoria brillante e ricca di spunti (non sono mancati la lettura di poesie, testi e la proiezione di un paio di brevi filmati storici) è emerso il ritratto di un uomo mite e al tempo stesso rigoroso, intelligente e preparato, che ha agito guidato da forti ideali volti alla realizzazione del bene comune. Che cosa ha da dirci, oggi, Aldo Moro? In primo luogo che fare politica, seriamente, significa costruire avendo un progetto che produca i propri effetti non solo nel breve periodo, ma soprattutto nel lungo, così che possa beneficiarne l’intero Paese, e non solamente chi ne regge le sorti in un certo momento storico