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A Santiago il week end internazionale di Pietre vive

È ormai tradizione da 10 anni: nel week end più vicino al primo maggio, la rete internazionale ignaziana “Living Stones – Pietre Vive” offre una “full immersion” di studio e condivisione. Quest’anno l’incontro si è svolto a Santiago de Compostela, dal 26 al 28 aprile, meta che ha fatto “vibrare” ulteriormente il tema dell’anno: l’esilio. I circa 140 giovani partecipanti avevano seguito le tappe spirituali di questo tema già lungo tutto l’anno, nelle loro rispettive città.

Infatti, un denso itinerario di preghiera accomuna le quasi 50 comunità locali di “pietre vive” sparse in Europa e America. “L’esilio” fu il tema scelto per il 2023/2024 perché è la condizione del giovane credente oggi in Occidente. Lontano dalla sua “comfort zone” quando lascia la famiglia e va da solo a studiare “fuori”. Scosso nelle sue sicurezze quando scopre una Chiesa crollata e assente. Afferrato dalla nostalgia quando si sente “lontano da Dio”. La grande storia biblica del popolo esiliato diventa allora la sua storia personale. E in quella nostalgia riscopre che il suo desiderio più intimo è desiderio di Dio. In quel crollo istituzionale comprende di essere una “pietra viva” della nuova Chiesa. In quella solitudine esistenziale ascolta la chiamata a essere lui stesso una “comfort zone per altri”.

Nei giorni prima di arrivare a Santiago molti di questi “apostoli laici” hanno partecipato a una delle tre opzioni previe. La più lunga era la possibilità di arrivare a Santiago camminando dieci giorni sul “Camino portugués”, seguendo le coste dell’Atlantico. L’altra opzione era più apostolica e consisteva in un “quick camp pietre vive” di evangelizzazione ad Aranda de Duero (Burgos), contestualmente a un grande festival musicale. La terza opzione sembrava più “turistica” ma non era meno toccante: spingersi fino al “Finis terrae” e riflettere sugli “estremi confini”. Lì dove San Giacomo (in spagnolo Santiago) si spinse obbedendo all’invio di Gesù ad evangelizzare.

Una volta tutti a Santiago, i giovani sono stati ospiti dei gesuiti (che hanno fornito i posti letto e gli spazi) e dell’arcidiocesi (il delegato diocesano di pastorale universitaria è stato il principale responsabile dell’evento e l’arcivescovo ha presieduto la messa conclusiva). Il programma comune è stato ritmato da conferenze frontali, condivisioni, workshop, visite e testimonianze. Fra queste ultime hanno colpito molto le parole di alcuni veri e propri esiliati, come i cattolici provenienti dal Nicaragua, storia dimenticata dai media, forse perché la persecuzione in atto è rivolta principalmente alla Chiesa. Nei workshop i partecipanti hanno avuto modo di incontrare sfaccettature dell’esilio tanto diverse fra loro come ad esempio “la musica dell’esilio e dei pellegrini medievali”, “gesuiti in esilio”, “l’esilio dei più poveri”, “esegesi biblica dell’esilio”, “la vita contemplativa come esilio”, “San Giacomo, l’apostolo esiliato”.

Una delle conferenze frontali ha fornito una vera e propria lezione di storia dell’arte sull’esilio, tenuta da Maria Dolores Fraga, professoressa ordinaria all’Università di Santiago. In essa i partecipanti hanno avuto la sorpresa di riconoscere in una studiosa di statura internazionale molto dello “stile pietre vive”, dove il senso profondo dell’arte sacra emerge dall’analisi del suo contesto liturgico e spirituale. Ma la conferenza frontale forse più “esiliante” è stata quella del francescano Santiago Agrelo, vescovo emerito di Tangeri. ”Il nostro Dio nascosto è proprio il Dio che rifiutiamo” ha lanciato ai giovani. E ancora: “Quando trovi un vantaggio, esso diventa il tuo idolo”. Senza fiato è rimasto l’auditorium zeppo di ragazzi, nella struttura dei gesuiti di Santiago che ospitavano l’evento. E quando l’anziano francescano ha descritto la fede come una storia di “amori e disamori”, tutti hanno capito che la fede è l’esilio per eccellenza.

Tornati a casa (dopo un’ultima sbirciata al “Portico della Gloria”), le pietre vive sono già in attesa del tema della prossima edizione. I percorsi degli anni precedenti hanno avuto titoli come “Religione e violenza”, “Cos’è la Chiesa?”, “La ferita”, “Identità”, “Vocazione”, “Accoglienza”,… Il tema del prossimo anno dovrà tenere conto del Giubileo della Chiesa universale ma soprattutto emergerà dalla rilettura di questo incontro di Santiago e da ciò che succederà nelle numerose missioni estive a cui chiama “Pietre Vive” a luglio e agosto (Berlino, Parigi, Santiago, Grecia, Capri, Amsterdam, Svizzera). In Italia, nelle diverse realtà ignaziane locali, i giovani tornati da Santiago stanno già condividendo la loro esperienza con i coetanei che hanno partecipato negli stessi giorni al primo grande raduno giovanile “Magis”, evento con cui molte pietre vive italiane erano profondamente collegate.

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