Afghanistan. I gesuiti e la messa al bando delle bombe a grappolo
I missionari gesuiti in Afghanistan hanno accolto con favore l’avvenuta ratifica, annunciata dal governo di Kabul, della Convenzione Internazionale per la messa al bando delle bombe a grappolo, che ne vieta l’uso, la produzione, lo stoccaggio e il trasferimento. “I cittadini afgani hanno sofferto molto per l’uso di queste bombe. Ratificando il trattato, gli afgani non saranno più vittime di queste armi spregevoli, ma diverranno avvocati della loro messa al bando”, commenta, in una nota inviata all’agenzia Fides, Padre Peter Balleis, direttore internazionale del Jesuit Refugee Service (JRS). L’Afghanistan aveva firmato la Convenzione nel 2008 in Norvegia, ma solo l’8 settembre scorso l’ha ratificata, dando al provvedimento efficacia giuridica. Le bombe a grappolo hanno avuto un effetto devastante sul Paese. Utilizzate sin dal 1980 dalle milizie sovietiche, poi dai gruppi ribelli negli anni ’90 e dalle forze Usa nel 2001-2002, hanno fatto oltre 770 vittime documentate e migliaia di feriti e mutilati, spesso bambini. Il JRS opera in Afghanistan dal 2005, quando un team di gesuiti indiani ha avviato programmi nel campo dell’istruzione superiore e universitaria di cui beneficiano oltre 3.600 giovani.