Africa. 30 anni di conversione nella lotta all’Aids
In che modo la Chiesa cattolica ha risposto all’AIDS nei 30 anni trascorsi dal momento della sua scoperta? Questa la domanda che ha tenuto banco, per tre giorni, alla conferenza che si è tenuta dal 20 al 22 gennaio scorso presso il St Joseph’s Theological Institute di Cedara, in Sud Africa. La conferenza era stata organizzata dall’AJAN (African Jesuit AIDS Network) in collaborazione con l’ufficio per l’AIDS della Conferenza dei Vescovi Cattolici del Sud Africa. La risposta all’AIDS, in Africa come nel resto del mondo, mostra come la Chiesa abbia imparato a essere accogliente. Dopo i timori iniziali, questi sono stati 30 anni di conversione per discernere e scoprire come offrire risposte ispirate al Vangelo alle sfide poste dall’HIV/AIDS. Durante la conferenza del Sud Africa sono stati identificati diversi tipi di risposte: i già esistenti apostolati classici della Chiesa (ospedali, cliniche, scuole, parrocchie) sono stati riconfermati ed ampliati, e nel frattempo ne sono stati lanciati e sviluppati di nuovi. L’attività ha interessato documentazione, ricerca, riflessione teologica basata sull’esperienza, sviluppo della spiritualità e sensibilizzazione dei media. In Africa, gran parte di questa attività è stata condotta fin dal 2002 dall’AJAN, e la recente conferenza al St Joseph’s è un altro passo importante nella ricerca storica e teologica. A differenza di altre organizzazioni, la Chiesa non ha avuto bisogno di “andare in aiuto”. Al contrario, il popolo di Dio può testimoniare con gratitudine che “la Chiesa era già con noi prima dell’AIDS; la Chiesa è generosamente con noi nel perdurare dell’AIDS e sarà sicuramente con noi dopo l’AIDS”.