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Tra il 28 luglio e il 18 agosto 23 giovani gesuiti in formazione, provenienti da tutta Europa, si sono incontrati a Roma per affrontare il tema “Giovani, vocazione e comunicazione”. Tra il 6 e il 14 agosto p. Paul Pace SJ ha guidato gli esercizi spirituali del gruppo ad Assisi, seguiti da un breve pellegrinaggio nei luoghi di s. Francesco. Per la Provincia Euro-Mediterranea hanno partecipato Giuseppe La Mela, membro del comitato di coordinamento, Ambrosie Mengheris e Josef Beck.

L’incontro si è aperto con un intervento del p. Giacomo Costa SJ, segretario del Sinodo dei giovani, che ha presentato il lavoro di preparazione che ha portato alla stesura dell’Instrumentum laboris, il documento che servirà da base per il sinodo. Prendersi cura dei giovani non è opzionale per la Chiesa, che vuole aiutarli a fare chiarezza dentro di sé, a cercare la verità per accogliere il dono della vita e scoprire la propria chiamata nella società, nella Chiesa e nel mondo. Il discernimento vocazionale è proprio questo. Così, le tre sezioni del documento sono divise secondo il processo del discernimento: riconoscere, interpretare, scegliere.

Un altro gesuita, p. Nikolaas Sintobin SJ, ha illustrato il suo metodo di lavoro online, ispirato dalla pedagogia ignaziana. “YouTube può essere un sentiero che conduce all’anima” ha detto, sottolineando l’enorme potenziale che brevi video possono avere nel riportare a galla ricordi facendoci entrare in noi stessi, facilitando così l’incontro con Dio. Il sito http://seeingmore.org/ è una vera e propria libreria di video presi da YouTube dove è possibile fare ricerche per parola chiave e consultare le interpretazioni spirituali e le domande p. Nikolaas.

In collegamento tramite Google Meet dagli Stati Uniti, p. Michael Rossman SJ ha raccontato la sua esperienza con The Jesuit Post e con la produzione di One minute homily, una serie di brevi video con riflessioni sul vangelo domenicale: “chi vuole essere ascoltato online deve imparare il linguaggio della rete e non mettere vino vecchio in otri nuovi”.

Un laico, Francisco Cristofol, professore di Marketing e responsabile della comunicazione della rete delle scuole dei Gesuiti in Spagna, ha evidenziato l’importanza che su internet ha la discussione, il confronto. Purtroppo, spesso ci limitiamo a informare: entriamo in contatto con molte persone online ma non iniziamo un dialogo.

Martina Pastorelli, giornalista e fondatrice di Catholic voices Italia, ha affrontato proprio il tema del dialogo online, della necessità di raccontare “l’altra storia” della Chiesa mostrando che il cristianesimo è un’opzione positiva e non un grande “no” al mondo. “Dietro ogni domanda, per quanto possa apparire ostile, si nasconde un valore che, molte volte, è un valore cristiano che è stato separato dal cristianesimo. Come la difesa dei deboli, delle minoranze ecc.” ha ricordato Pastorelli. Si tratta, dunque, di individuare l’intenzione positiva e farne il punto di partenza per entrare in dialogo.

La condivisione tra i giovani gesuiti ha fatto emergere in modo deciso la necessità di impegnarsi, ancora di più, nell’apostolato online, cercando di fare rete tra le iniziative già esistenti e pensare a nuove iniziative.

Certamente, l’incontro più bello è stato l’udienza privata con papa Francesco. In un clima informale e fraterno, il Papa ha accolto i delegati dell’EJIF e ha parlato loro a braccio per una mezz’ora. “Si diceva che il primo ruolo del Generale era di “pascolare i Gesuiti”, e un altro diceva: “Sì, ma è come pascolare un gregge di rospi”: uno di qua, uno di là… Ma questo è bello, perché ci vuole una grande libertà, senza libertà non si può essere Gesuita. E una grande obbedienza al pastore; il quale deve avere il grande dono del discernimento per permettere a ognuno dei “rospi” di scegliere quello che sente che il Signore gli chiede. Questa è l’originalità della Compagnia: unità con grande diversità”.

Qui la riflessione scritta da Giuseppe La Mela per Project22 sull’incontro col Papa.

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