Brasile. I gesuiti dell’Amazzonia e gli Haitiani
Sono circa 30 gli immigrati haitiani di cui si prende cura ogni giorno il Projeto Pró-Haiti, creato dai Padri gesuiti all’inizio dello scorso anno a Manaus. Il progetto fa capo al Centro dei Diritti Umani dell’arcidiocesi di Manaus ed è realizzato nella parrocchia São Geraldo con il coordinamento del Padre Paulo Barausse. Poiché in città non esiste una rappresentanza consolare di quel paese, Pró-Haiti lavora in collaborazione con il Consolato haitiano di Brasilia ed è l’unica istituzione della regione che assiste gli immigrati nelle pratiche urgenti come emissione di passaporti, registrazione consolare e invio di documentazione. Poiché i nuovi arrivati, molti dei quali vittime di abusi e privazioni durante il viaggio verso il Brasile, hanno bisogno praticamente di tutto, Pró-Haiti offre anche assistenza giuridica e orientamento su programmi sanitari, educativi, di lavoro e giustizia. In molti casi si fornisce anche sostegno psicologico e lezioni di portoghese. “Tutto è offerto gratuitamente attraverso un team di persone qualificate e la nostra opera è già un punto di riferimento nella regione. Ci occupiamo di circa 200 persone alla settimana”, dice P. Barausse. Nato a febbraio 2012, Pró-Haiti ha acquisito un’importanza fondamentale dopo il terremoto che ha devastato il paese nel 2010, poiché l’Amazzonia, data la vicinanza geografica, è diventata una via verso la salvezza per centinaia di senzatetto haitiani. Nel suo impegno giornaliero a Manaus il P. Barausse è aiutato da religiosi e religiose scalabriniane e di altre congregazioni che accolgono le ondate di haitiani che arrivano dal Perù e dalla Bolivia.