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Catania. Flash mob e ombrelli rossi contro l’esclusione sociale

‘No all’indifferenza la tua vita mi interessa’. Questo lo slogan che ha animato il flash mob che si è svolto sabato 16 maggio, in piazza Università a Catania, contro l’esclusione sociale animato dal gruppo giovanile di ‘Spazio ai Giovani’ della parrocchia ‘SS. Crocifisso dei Miracoli’ dei Gesuiti di Catania

Il flash mob è iniziato con l’arrivo in piazza di 50 ragazzi accompagnati da un ombrello rosso. Una stranezza insolita in un giorno di sole. Qualcuno li ha visti, qualcuno si è incuriosito, qualcuno li ha inseguiti. Qualcuno, invece, è rimasto indifferente. Il rosso, colore dalla forza vitale, ha colorato una città sempre più in bianco e nero. 50 ombrelli rossi a proteggere e fare da scudo a coloro a cui il resto della società non concede più nessuna possibilità, 50 ombrelli rossi come tetto simbolico per chi dorme in strada. E non solo. Una pennellata di allegria che ha puntato i riflettori sui tanti emarginati della nostra società. Poi, sulle note di ‘I Believe’ di Yolanda Adams il Flash Mob ha preso il via. E’ stato un modo per esprimere vicinanza e solidarietà a tutti coloro che vivono in “isolamento” perché condannati a doverlo espiare dal nostro sistema politico e sociale, dalla crisi economica e anche dalla nostra indifferenza. Soprattutto un’esortazione a dire ‘no’ ad ogni forma di esclusione e un deciso ‘si ‘a tutto ciò che unisce, crea rete, legami, relazioni, inclusione. Soprattutto un modo originale per coinvolgere i giovani e sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema sensibile come quello dell’esclusione sociale. Ma chi sono gli esclusi? Una macro-categoria che raccoglie storie diverse: invalidi e non autosufficienti, malati cronici, disoccupati e sottoccupati, chi ha un basso livello di istruzione, chi vive la depressione e chi vive la malattia mentale, i disillusi, i frustrati, i carcerati o ex detenuti. Gli esclusi sono stranieri ma anche italiani, soprattutto al Sud, l’area del paese più fragile, dove minore è la percentuale di stranieri residenti e maggiore la percentuale di persone in condizioni di povertà. Sono i senza fissa dimora ma sono anche persone che hanno figli e non sanno come far fronte alle loro esigenze. Persone per cui la difficile situazione occupazionale fa il paio con la mancanza di formazione e la bassa scolarizzazione. Un difficile inserimento lavorativo che incide negativamente sulle possibilità di integrazione sociale. Come del resto, si evince dai dati Censis che rivelano come la quota di persone con un titolo di studi universitario è dell’11,1% a Catania contro il 20,9% di Milano. Senza dimenticare gli anziani che vivono, o sopravvivono, con la pensione sociale e senza prospettive di un miglioramento. Parlare di esclusione, dunque, significa parlare di persone che vivono situazioni complesse, a volte croniche, che purtroppo coinvolge un numero sempre crescente di persone. Alla termine del flash mob lo striscione ‘No all’indifferenza la tua vita mi interessa’ è stato firmato dai partecipanti e da chi si è unito liberamente all’evento. Tra le numerose firme anche quelli di don Piero Galvano, direttore della Caritas Diocesana e padre Gianni Notari, parroco della parrocchia ‘SS. Crocifisso dei Miracoli’. Dal coraggio di chi non vuole rassegnarsi all’indifferenza, nascerà anche un gruppo “Il movimento degli ombrelli rossi”. Di sicuro ne sentiremo ancora parlare, perché quando l’amarezza nel vedere tante ingiustizie ci riempirà di nuovo i cuori, forse qualcuno sarà ancora lì, ancora una volta tanto “coraggiosamente folle” da sentire il bisogno di riaprire un ‘ombrello’ in via Etnea. E poco importa se ci sarà il sole. Il flash mob è stato replicato domenica 24 maggio in occasione della IV edizione dell’Umbertata: festa di piazza promossa dalla parrocchia in sinergia con i commercianti della zona! Per raggiungere molte persone è stato realizzato un video che si sta diffondendo sul web. In una sola settimana ha ricevuto più di 1000 visualizzazioni. Aiutateci anche voi a diffondere questo messaggio contro l’indifferenza, condividendolo nei social network.

Francesco Patanè
SPAZIOaiGIOVANI
Comunità dei Gesuiti di Catania


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