Centro Astalli. Con la fine di “Mare Nostrum” prevalgono gli interessi economici
Nonostante tanta parte della società civile abbia sottolineato in queste settimane l’importanza di continuare l’operazione Mare Nostrum, il Governo italiano il 31 ottobre ne ha decretato la chiusura.
La fine dell’operazione umanitaria è stata dichiarata dal Ministro dell’Interno Alfano a Palazzo Chigi in una conferenza stampa dove si è annunciato l’avvio della missione Triton gestita dall’agenzia europea Frontex. Si prevede, a tal proposito, una fase di accompagnamento di due mesi in cui sarà coinvolta la Marina Italiana e che consentirà il passaggio di competenze all’agenzia europea.
“Mare nostrum ha realizzato importanti risultati grazie al fatto di spingersi molto in là in mare, ma era nata come operazione limitata nel tempo e di emergenza, dopo la tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013” è quanto ha dichiarato il Ministro ricordando che Mare Nostrum ha realizzato 558 interventi salvando, dal 18 ottobre 2013 ad oggi, oltre 100mila vite umane e arrestando 728 scafisti”.
Alfano ha specificato che l’operazione Triton costerà 3milioni di euro al mese e sarà finanziata da fondi europei. Nessuna spesa intaccherà il bilancio Italiano. Per l’operazione Mare Nostrum, invece, l’Italia ha speso 300mila euro al giorno. “Adesso si farà quello che si è sempre fatto in mare – sottolinea Alfano – rispettare gli obblighi che derivano dalle leggi del mare. A 30 miglia dalle coste italiane finisce il nostro impegno”.
Il Centro Astalli esprime preoccupazione per questa decisione. “Il Ministro dell’Interno ha confermato che ancora una volta gli interessi economici prevalgono su tutto, anche su migliaia di vite che potrebbero essere salvate” – è quanto dichiarato a caldo da Berardino Guarino, direttore dei progetti del Centro Astalli. “È una scelta che lascia tanta amarezza perché rivela in quanta poca considerazione siano tenuti i diritti umani e la dignità delle persone”