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Colombia. I gesuiti appoggiano i negoziati di pace, premiato Padre de Roux

Il processo di pace per tentare di porre fine a 48 anni di conflitto
in Colombia è una “opportunità straordinaria”: ne è convinto Padre
Francisco de Roux, Provinciale dei gesuiti in Colombia, a proposito
dei negoziati di pace iniziati il 18 ottobre ad Oslo (Norvegia) tra la
delegazione del governo colombiano e quella delle Forze Armate
Rivoluzionarie della Colombia (FARC). I negoziati proseguiranno
all’Avana il 15 novembre, dove si sono svolti gli incontri
preliminari. Padre de Roux ricorda il recente invito dell’episcopato
colombiano a pregare per la pace – lanciato da mons. Rubén Salazar,
presidente della Conferenza Episcopale della Colombia l’11 ottobre
scorso – e assicura l’appoggio dei gesuiti al processo. Ne parleranno
nelle loro università, collegi, parrocchie, centri sociali, mezzi di
comunicazione. “È il momento di far valere la nostra autorità morale e
la credibilità personale e collettiva – afferma P. De Roux – per
mantenere vivo l’appello alla pace, per sostenere coloro che perdono
la speranza, per far comprendere le difficoltà del cammino agli
scettici. Questa volontà esplicita di appoggiare in privato e in
pubblico i colloqui tra le parti è necessaria, perché il processo
potrebbe incontrare ostacoli sia per interessi favorevoli alla
soluzione armata, sia per carenze umane all’interno dei negoziati”.
Proprio P. Francisco de Roux ha vinto il premio annuale della Fondazione
Chirac, in Francia, che viene assegnato a quanti si sono distinti
nella prevenzione dei conflitti. Titolare di un dottorato in economia
all’università di Parigi e anche alla London School of Economics, P.
de Roux ha scelto, una volta terminati gli studi, di rientrare nel suo
paese, andando a lavorare nella zona di Magdalena Medio, una delle più
violente e povere della Colombia, dove ha fondato un “Programma per la
pace e lo sviluppo”.  E’ stato minacciato dalla guerriglia delle FARC
per il suo impegno a favore della partecipazione popolare alla
democrazia e la sua lotta per la giustizia. Nel 2001 aveva anche vinto
il Premio per i Diritti Umani.

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