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Vecchi edifici, nuova vita: la Compagnia di Gesù e la sfida concerta della decarbonizzazione

Con la tavola tecnica Rigenerare case e territori, organizzata lo scorso 30 ottobre, la Fondazione Sant’Ignazio ha voluto riportare il tema della cura del creato dentro le scelte quotidiane e concrete che riguardano le nostre case, gli edifici e i territori montani in cui viviamo.

Padre Davide Dell’Oro SJ, ricercatore e consulente ambientale, ha presentato la ricerca From Energy Burden to Climate Action, sviluppata con la Stanford University e il Politecnico di Milano, e dedicata alla riduzione delle emissioni e alla decarbonizzazione del patrimonio immobiliare della Compagnia di Gesù.

Proponiamo qui alcuni passaggi chiave dell’intervento di p. Dell’Oro, il quale dimostra che la transizione ecologica, oggi, è una sfida quotidiana, tecnica e culturale, che riguarda in modo diretto anche il patrimonio edilizio esistente. Ed è proprio su questo terreno, apparentemente tecnico ma in realtà profondamente sociale e spirituale, che la Compagnia di Gesù ha scelto di muoversi con decisione.

La ricerca presentata racconta un percorso complesso perché inserisce la decarbonizzazione del patrimonio immobiliare della Compagnia di Gesù all’interno di una visione che intreccia scelte operative e formazione, nel solco tracciato dall’enciclica Laudato si’ e dal quadro energetico europeo. La premessa dalla quale è necessario partire è che se negli ultimi anni il settore delle nuove costruzioni ha visto progressi significativi, in termini di efficienza energetica, la grande partita del clima riguarda soprattutto gli edifici esistenti. L’85% degli edifici europei, infatti, è stato costruito prima del 2000, e la gran parte presenta prestazioni energetiche insufficienti.

Per soggetti come la Compagnia di Gesù, proprietaria di un patrimonio ampio, distribuito e spesso vincolato, avviare interventi strutturati è tutt’altro che semplice. Ostacoli tecnici, risorse limitate, resistenze culturali e una certa carenza informativa generano quello che Dell’Oro definisce un autentico “gap di decarbonizzazione”: una sorta di vuoto di azione che rischia di diventare un freno alla transizione energetica proprio nei luoghi che, invece, potrebbero esserne motori.

La Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù (EUM) per rispondere a questa sfida si è posta l’obiettivo di costruire una metodologia operativa, solida e replicabile, per la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra (GHG, greenhouse gas) negli edifici esistenti. Tale metodo intreccia la dimensione tecnica, basata sui più recenti avanzamenti scientifici, con quella sia formativa, destinata a economi, amministratori e gestori del patrimonio immobiliare, sia comunitaria, attraverso una rete interna di scambio di know-how.

Il cuore del progetto è la costruzione di un protocollo operativo validato su due casi studio reali. I risultati confermano che si può decarbonizzare e che spesso si tratta di un’operazione economicamente vantaggiosa. Tre scelte emergono come decisive: 1) l’acquisto di energia elettrica 100% rinnovabile, un’azione immediata e accessibile che può ridurre fino al 40-50% del carbonio operativo senza investimenti iniziali elevati; 2) l’installazione di impianti fotovoltaici che, quando realizzabili, contribuiscono in modo strutturale a ridurre sia le emissioni sia i costi operativi, trasformando gli edifici in piccoli produttori di energia pulita; 3) l’elettrificazione degli usi energetici, sostituendo caldaie a gas o gasolio con pompe di calore che consentono di alimentare gli edifici con energia a zero emissioni, al crescere della quota rinnovabile.

Questo protocollo apre anche una prospettiva più ampia, oggi oggetto di collaborazione con la Stanford University: l’approccio integrato per gruppi di edifici e l’uso delle microgrid, soluzioni che combinano sostenibilità, efficienza e resilienza energetica.

Come si diceva, accanto alla dimensione tecnica, Dell’Oro sottolinea quella formativa, altrettanto decisiva: i programmi avviati per economi, amministratori, manutentori stanno generando un effetto virtuoso di follow-up, nuovi interventi spontanei, maggiore consapevolezza e una crescente cultura organizzativa della sostenibilità. Ed è qui che il progetto incontra la dimensione spirituale della tradizione ignaziana.

La Compagnia di Gesù non guarda alla decarbonizzazione come a un processo tecnico neutro, ma come a un’espressione concreta della propria missione: servizio della fede e promozione della giustizia, una giustizia che oggi non può che includere il clima. Dal 2019, infatti, la cura della casa comune è una delle quattro Preferenze Apostoliche Universali: una priorità per tutte le opere apostoliche della Compagnia.

La dottrina sociale della Chiesa, da Laudato si’ a Laudate Deum, richiama all’urgenza di una conversione ecologica che è sempre insieme interiore e operativa. La decarbonizzazione degli edifici non è dunque solo un campo tecnico o una scelta gestionale: è un esercizio di giustizia climatica. Trasforma la cura del creato in una responsabilità quotidiana, fatta di gesti concreti e replicabili: acquistare energia rinnovabile, spegnere le luci, sigillare una finestra, installare un pannello fotovoltaico.

È nel legame tra discernimento spirituale e decisioni operative che la Compagnia di Gesù sta costruendo un modello possibile per molti. L’impegno per il clima, che in questo caso nasce dalla fede, si misura soprattutto nei fatti, dando ai vecchi edifici nuova vita.

Andreas Fernandes – ufficiostampa@vsi.it

L’articolo è stato pubblicato sul sito della Fondazione Sant’Ignazio di Trento

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