Cultura della riparazione: conferenza e convegno alla PFTIM di Posillipo
Gli appuntamenti il 23 febbraio e 3/4 marzo 2023. La Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale – Sez. San Luigi, si fa promotrice di una serie di iniziative centrate sul tema della riparazione, nello spirito della Restorative justice.
“Per riparazione si intende ogni azione finalizzata a recuperare ciò che ha valore nella vita, con particolare attenzione ai legami” spiega p. Emanuele Iula SJ, docente di Filosofia e referente delle proposte.
Il convegno
L’evento principale sarà il convegno del 3/4 marzo 2023, intitolato “Il lavoro di riparazione”. I relatori che si alterneranno avranno l’onere di fornire una pluralità di prospettive sul tema in questione. Il primo giorno verranno approfonditi alcuni aspetti filosofici e teologici del lavoro di riparazione con i contributi di Fra’ Massimiliano Ilardo, formatore nell’Istituto dei Frati Minori Rinnovati e del prof. Guilhem Causse SJ, docente di Filosofia al Centre Sèvres di Parigi. Il secondo giorno ospiterà invece una tavola rotonda con gli interventi della dott.ssa Anna Ponente, direttrice del Centro La Noce, Istituto Valdese di PAlermo, Giulia Oriani, Commissaria territoriale per la protezione internazionale, Stefania Sannino, avvocato e mediatore umanista. Il tema della riparazione potrà così beneficiare dell’apporto delle scienze sociali, giuridiche e della psicoanalisi.
La conferenza preparatoria
Il convegno di marzo sarà introdotto da una conferenza preparatoria, che si svolgerà giovedì 23 febbraio alle 17 “Attraversare il conflitto, sciogliere il dolore. Un’esperienza di incontro oltre la violenza politica italiana” a cui prenderanno parte p. Guido Bertagna, insieme ad Adriana Faranda e ad Agnese Moro, che porteranno la loro testimonianza e le loro riflessioni sul percorso di mediazione che ha coinvolto ex-brigatisti e famiglie delle vittime, raccolto nel volume “Il libro dell’incontro”.
Formazione teorica e pratica
Tra le offerte formative anche un corso, nel secondo semestre, a partire dalla terza settimana di febbraio fino alla fine di maggio, della durata di 24 ore. A partire dal filone della Giustizia riparativa, il corso offre basi teriche per comprendere il conflitto e impostare il lavoro di riparazione. Fanno parte della proposta incontri per prendere consapevolezza della dimensione conflittuale della vita ed apprendere gli strumenti fondamentali della mediazione, con particolare attenzione al sentire.
La giustizia riparativa
L’idea di una giustizia capace di riparare , anziché retribuire, nasce in Canada verso la fine degli anni ’70. È da lì che in pochi anni si è diffusa in quasi tutto il mondo anglosassone. La riparazione può essere intesa come un evento corale in risposta all’atto criminale, in cui non solo lo Stato, ma anche e soprattutto la comunità assume il ruolo di agente diretto. Il paradigma classico della giustizia penale si è sempre distinto come una presa in carico del crimine da parte dello Stato.
Il modello penale fondato su questo presupposto considerava lo Stato come prima vittima del reato. Non erano dunque le vittime in carne e ossa, coloro che hanno subito il torto, a ricevere le prime attenzioni da parte del sistema giudiziario, ma lo Stato e le sue leggi.
Per pensare a una giustizia riparativa, occorre innanzi tutto smarcarsi da una concezione di questo tipo, da tanti definita stato-centrica, restituendo alla vittima un riconoscimento diverso, capace di restituirle fiducia e sicurezza. Il rinnovato concetto di una giustizia riparativa inizia dunque a chiarirsi tramite l’inclusione di attori nuovi.
Oltre alla vittima e alla comunità, già citati, anche al reo viene attribuito un ruolo diverso. Quest’ultimo non deve solo farsi interprete di alcuni doveri, ma viene anche tenuto come destinatario di un’azione esplicita di riparazione, che va nel senso di una reintegrazione nella comunità che ha egli stesso danneggiato, facendo tutto il possibile per evitare di lasciare campo libero a sterili meccanismi di stigmatizzazione.
La proposta del convegno consisterà nell’aprire ulteriormente lo sguardo della riparazione nella direzione di una prassi che non sia relegata al solo ambito giuridico, ma che diventi una sensibilità di tutti, con particolare attenzione a quelle ferite che non trovano nella giustizia il loro interlocutore diretto.
Per informazioni sul programma o sull’ospitalità, è possibile contattare p. Emanuele Iula SJ: emanueleiula@jesuits.net