Passa al contenuto principale
Gesuiti
Gesuiti in Italia, Albania, Malta e Romania
News
Gesuiti News Giovani Da Gaeta a Roma giovani pellegrini sui passi di Ignazio
Giovani Preghiera

Da Gaeta a Roma giovani pellegrini sui passi di Ignazio

Seguire i passi di Ignazio, sulla stessa strada percorsa 499 anni fa, da Gaeta a Roma, e riscoprire che cosa vuol dire oggi vivere la spiritualità ignaziana. Con questo desiderio un’ottantina di giovani, dai 15 ai 30 anni, provenienti da Albania, Romania e Italia (Sicilia, Calabria, Campania, Abruzzo, Lazio, Toscana, Liguria, Piemonte), insieme a due religiose, una decina di padri gesuiti, accompagnati nel fine settimana dal Provinciale, Roberto Del Riccio, dal 22 al 25 aprile hanno camminato per 20 chilometri al giorno.

Le domande e le tappe

Come in ogni pellegrinaggio ciascun partecipante è arrivato con una propria domanda, desiderio, peso: fare chiarezza nella propria vita, affrontare un nodo, cercare una strada. «Il cammino mette alla prova e fa scoprire nuove risorse, insegna a raggiungere obiettivi con perseveranza e ad aprirsi con stupore alla bellezza dei territori che si attraversano», racconta padre Marco Colò, coordinatore per la EUM delle iniziative per i 500 anni della conversione di Sant’Ignazio, che ha accompagnato i giovani.

Il percorso ha previsto tre tappe – Formia/Fondi, Velletri/Pavona, Appia Antica – di circa 20km al giorno, accompagnate ciascuna da una domanda, che ha dato forma a tempi di preghiera e condivisione:

– come essere protagonisti nel mondo? È il tema della leadership. Un giovane davanti alle incertezze di questa epoca, o si ritira – e sappiamo che una certa depressione, acuita durante la pandemia, segna l’attuale mondo giovanile – o si mette in movimento per una riforma della società. Ignazio il riformatore può esserci da guida. E anche la Laudato si e la Fratelli tutti sono una bussola importante.

– Come trovare Dio in ogni situazione? Qui siamo al cuore della spiritualità ignaziana. Eppure c’è sempre bisogno di ridirsi che cosa questo significa veramente. Per esempio, si impara a trovare Dio in tutte le cose se si celebra con i fratelli e le sorelle, e si ha l’abitudine a frequentare la Parola.

– Quale Chiesa sogniamo? Ignazio amava la Chiesa con spontaneità, nella consapevolezza che da questa riceveva il dono più grande: la fede. Anche se la Chiesa l’ha messo alla prova, in lui questo amore è rimasto sempre vivo e forte. Non ultimo, della Chiesa è stato un rinnovatore.

La giornata, dal silenzio ai testimoni

Prima del cammino, ogni giornata è iniziata con la preghiera di un salmo e la proposta di spunti di meditazione su una pagina del vangelo, scelta tra gli episodi che propongono persone in cammino: Gesù e Pietro sulle acque, Emmaus, i discepoli che imparano la distanza tra il loro modo di vedere le cose e quello del Signore marciando verso Gerusalemme.

La prima parte del cammino era silenziosa, per permettere un tempo di preghiera personale. Seguiva poi un tempo di condivisione a coppie, sempre camminando. A metà percorso sono stati proposti spunti sulla figura di Ignazio. E, a fine giornata, la messa. La sera è stata dedicata agli incontri con testimoni provenienti dai territori attraversati: un laico presidente di una cooperativa sociale nel territorio della diocesi di Gaeta, un prete che ha ristrutturato un antico monastero e ne ha fatto un luogo d’accoglienza particolarmente attento a chi arriva con profonde ferite esistenziali, una suora del monastero di Der Mar Musa. Ha chiuso le giornate un tempo di rilettura.

“I sogni trasformano la realtà”

«Al termine del pellegrinaggio, oltre la stanchezza, era visibile sui volti dei partecipanti la gioia, che si è pure aperta al canto, entrando in Roma. E anche a parole i ragazzi si sono detti grati per questa esperienza forte e ricca di spunti per gettare luce sulla loro vita», racconta Colò. Una delle frasi raccolte dai testimoni incontrati lungo la strada e restituita nella condivisione durante la messa conclusiva è stata: «I sogni trasformano la realtà». Anche Ignazio, pellegrino e sognatore, ha trasformato la realtà, lasciando che la grazia ricevuta dal Signore si riversasse poi sulle persone incontra. Infine, il padre Provinciale, al termine della messa di domenica ha lanciato la proposta di un sinodo dei giovani della rete della famiglia ignaziana. Un piccolo seme gettato, un sogno condiviso, che speriamo possa germogliare l’anno prossimo.

Ultime notizie
Esplora tutte le news