Denora sulla didattica a distanza: quale accompagnamento, competenze e metodo?
La scuola ha proseguito la sua missione educativa in una situazione particolare in cui grande attenzione va posta al lavoro dei docenti. Una nuova opportunità da sostenere con un lavoro collegiale fondamentale, espressione di un senso di comunità. “Questa sfida la si vince insieme” sottolinea su un articolo pubblicato da Tuttoscuola p. Vitangelo Denora, direttore dell’Istituto Gonzaga di Palermo, fondatore e formatore del CeFAEGI che riflette su atteggiamento, competenze e metodo usati.
“In merito all’accompagnamento, essenziale nella pedagogia ignaziana” spiega Denora “è importante una postura umana e spirituale carica di rispetto ed attenzione, senza paura di esprimere il nostro affetto, la nostra vicinanza. Non temere di mostrarsi fragili. Imparare ad esprimere un’attenzione fatta anche di riconoscimenti positivi e tenerezza. Parole semplici che esprimono gratitudine e affetto”. In questo senso tra i suggerimenti quello di “creare momenti d’incontro gratuito umano e spirituale dove condividere il semplice come sto”. La cura personalis “per tutti, nessuno escluso e anche gli insegnanti ne hanno diritto”. L’impegno a sviluppare le diverse competenze: “disciplinari con le caratteristiche dell’essenzialità – non multa sed multum – e le competenze per la vita: imparare a stare con se stessi, con le proprie paure, non rinunciare a coltivare la fiducia nel futuro, riscoprire il valore degli affetti e delle piccole cose, avere la percezione di una comunità umana, partecipare al cammino didattico ed educativo proposto in modo attivo, vivere il momento con resilienza, rimanere aperti”. L’offerta formativa avrà bisogno di più soste e più tempo. “Il passo lo detta l’alunno”. Il cammino sia sereno e gioioso, non una zavorra. Il metodo: l’apprendimento inizia se scocca la scintilla, se la persona è coinvolta nella sua totalità a partire dal lato affettivo, dal cuore. Si tratta quindi di motivare gli alunni all’argomento, la cosiddetta praelectio o esperienza. La lectio sarà dopo. Quindi la riflessione o interiorizzazione. Solo quando un sapere è solido entra a far parte delle fibre più intime della persona diventa azione, competenza e cambiamento. Quindi la valutazione, capire cosa ha funzionato o no nel processo di apprendimento per capire come migliorare. “Un aspetto delicato, ancora di più oggi”. La pedagogia ignaziana insegna a valutare il percorso più che la prova. “Importante dare feedback positivi, cauti in quelli negativi. La didattica digitale è fruttuosa se informata a questa interattività”. Quanto agli strumenti importante non sovraccaricare i ragazzi di stimoli, alternando video o audio lezioni e garantendo momenti in cui gli allievi possano formulare domande. L’articolo completo su Tuttoscuola