Dieci anni fa moriva padre Jean Galot
Il gesuita belga, docente alla Gregoriana, fece scalpore con un libro in cui sosteneva la progressiva presa di coscienza di Gesù di essere figlio di Dio. Nel 1979 fu tra gli esaminatori del “caso Schillebeeckx”. Avvenire lo ha ricordato a dieci anni dalla morte, il 18 aprile, con un ritratto a firma di Filippo Rizzi.
Un uomo spirituale dal temperamento timido sempre corroborato da uno stile di «insegnamento saldo senza ornamenti» sorretto da «una fede semplice e forte» capace di produrre nell’arco della sua lunga carriera accademica più di 140 pubblicazioni tra libri di preghiere, raffinati trattati di cristologia dogmatica e di mariologia e opere spirituali.
Furono le parole con cui il padre Jean Marie Faux – nel giorno dei suoi funerali a Bruxelles, il 22 aprile del 2008 – rievocò, durante l’omelia, la figura di uno dei più stimati teologi della Gregoriana del Novecento (basti pensare ad altri nomi del suo stesso rango come Bernard Lonergan, Juan Alfaro, Sebastian Tromp o Charles Boyer) il gesuita belga Jean Galot di cui proprio oggi ricorrono i 10 anni dalla morte, avvenuta a 89 anni a Woluwe-Saint-Pierre, non distante dalla capitale del Belgio.