Emilia. Giovani ignaziani in campo per l’emergenza terremoto
L’impegno dei gesuiti e dei giovani ignaziani nei luoghi del terremoto funziona già a pieno regime. Sabato 16 sono arrivati i volontari del primo turno residenziale. E’ il primo degli 11 turni settimanali che copriranno tutta l’estate (fino al 2 settembre). Il principale luogo di impegno è Camposanto (MO), uno dei comuni toccati dal terremoto, ma non affatto “assalito” dagli aiuti. I volontari ignaziani sono stati accreditati e subito responsabilizzati all’interno della tendopoli della Protezione Civile. I lavori sono i più vari: cucina, ascolto, accoglienza, magazzino, trasporto, pulizia… Al di fuori della tendopoli i giovani ignaziani garantiscono anche l’animazione dei bambini di tutto il paese. Si tratta di un progetto non scontato di collaborazione fra parrocchia, comune e gesuiti.
I 20 volontari del primo turno, provenienti da Roma, Caserta, Sicilia e Bologna, hanno iniziato la loro esperienza con una mezza giornata di formazione al Centro Poggeschi (Bologna). Anche per i prossimi turni la cura della formazione è uno dei punti chiavi del progetto. L’aspetto psicologico e geo-ingegneristico è affidato a dei professionisti, mentre i momenti di preghiera e condivisione sono gestiti dagli animatori spirituali (gesuiti e non) che man mano si turnano sul campo.
L’impegno ignaziano per i terremotati si sta diversificando in numerosi altri fronti: la sostituzione di alcuni parroci per permettere loro una settimana di stacco, l’aiuto puntuale ad altri campi, la presenza in incontri di preghiera a San Felice sul Panaro, nuove richieste per i bambini di Mirandola, ecc… Fra i tanti contatti aperti, un momento di particolare emozione è stata la messa nella chiesa-tenda del comune di Sant’Agostino, la domenica 10. Molti dei gruppi ignaziani di Bologna e dell’Emilia Romagna si erano dati appuntamento per questa celebrazione. L’accoglienza della comunità parrocchiale di Sant’Agostino è stato straordinaria. Pregare (e sudare!) insieme sotto la stessa tenda, nella Solennità del Corpus Domini è stato come un simbolo del desiderio di comunione che abita tutti… o in cui tutti ritrovano casa. Sono state le vittime del terremoto ad accogliere e dare unità alle diverse sensibilità e età in cui si articola la famiglia ignaziana dell’Emilia.