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Evo: alla scoperta della bellezza che Dio vede in ciascuno di noi

Presentazione di un libro presso la comunità dei gesuiti di Villapizzone a Milano

Al Centro Poggeschi continua la proposta degli Evo, gli Esercizi Spirituali nel tempo ordinario per giovani. 

Anche quest’anno un gruppo di 50 ragazzi, in presenza e online, ha scelto di vivere gli Esercizi Spirituali del tempo ordinario. Il percorso, oltre all’incontro settimanale, prevede ritiri, accompagnamenti personali ogni 15 giorni, preghiera quotidiana e gruppi di condivisione. Come accompagnatori, negli ultimi anni, affiancati ai gesuiti, ci sono una decina di giovani che dopo aver vissuto il percorso EVO e postEVO, svolgono questo servizio. Ogni anno la formazione del gruppo avviene ormai grazie ad un semplice passaparola, evidenziando il desiderio di ricerca interiore nella fede delle nuove generazioni.

Del gruppo fanno parte sei ragazzi e ragazze che aiutano i gesuiti a dare gli spunti durante gli incontri settimanali. Nell’equipe2 gesuiti, 10 accompagnatori giovani e i 50 ragazzi che vivono il percorso. Di seguito alcune loro testimonianze.

Testimonianze

«Negli EVO ho scoperto un rapporto quotidiano con un Dio completamente diverso da quello che pensavo. Dio vede in me molta più bellezza di quella che vedo io. Osservare la stessa meraviglia in chi fa ora quest’esperienza, mi conferma che è vero: possiamo avere di più dalla vita».

Lorenza, 24 anni, studentessa di “Lingua e cultura italiane per stranieri”

«L’anno degli Evo è stato per me cruciale. Forse il percorso di fede più lungo che abbia mai affrontato. Un cammino che ha portato molto frutto, accolto in una comunità come se fossi in una grande famiglia. Mi vengono in mente i primi incontri: un gruppo di 50/60 perfetti sconosciuti che si ritrovavano tutti insieme; fin da subito abbiamo dovuto fare i conti con la condivisione. Ricordo bene all’inizio il mio imbarazzo nell’esprime davanti agli altri ciò che sentivo nel mio cuore, avevo paura di dire sciocchezze. Ma con il passare del tempo le condivisioni hanno acquisito un ruolo fondamentale. Era l’occasione per conoscere meglio l’altro, implicitamente si dava e si riceveva conforto e si camminava insieme. Specialmente nell’anno della pandemia questi momenti sono stati di grande aiuto per superare la fatica. Il momento più difficile credo sia stato quando ognuno davanti alla comunità ha dato un nome alle proprie paure: da una parte sentivo il bisogno di aprirmi completamente, ma dall’altra mancava il coraggio. Una prova dura, ma che ha portato una grande consolazione. Gli Evo sono stati non solo un’ esperienza forte di confronto e di incontro con la Parola, ma anche una lotta con il mio “contronome”; ho imparato a riconoscerlo, a “difendermi” da lui e a riconoscere meglio i vari moti dell’animo. Un altro grande insegnamento degli Evo è stato “vivere secondo la logica del meglio e non del massimo”: questo ha radicalmente cambiato il mio approccio alla vita quotidiana, allo studio e alle mie relazioni. Infine direi quasi che per me gli Evo non si sono mai conclusi, ma anzi sono stati un nuovo punto di partenza».

Simone,  22 anni, studente di ingegneria meccanica

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