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Filippine. Lettera del Provinciale sulla tragedia provocata da Haiyan

L’11 novembre, subito dopo il tifone Haiyan (Yolanda), il P. Antonio Moreno, Provinciale delle Filippine, ha inviato a tutte le comunità e istituzioni della sua Provincia una lettera con la richiesta di aiuto e di solidarietà. Ne pubblichiamo alcuni stralci.
“Migliaia di persone hanno perso la vita; altre innumerevoli migliaia la casa e i loro averi. E’ già accertato che questo tifone è il più violento di quest’anno e forse la peggiore calamità naturale che abbia mai colpito le Filippine. Secondo alcune stime il numero dei morti supera i 10.000. Il Comitato Nazionale di Gestione per la Riduzione del Rischio di Calamità ha riferito che le famiglie colpite sono circa 2.900.000 e 24.000 le case danneggiate oltre a tutte le maggiori infrastrutture devastate. In molte aree dell’arcipelago di Visayas le comunicazioni sono interrotte e mancano energia elettrica, acqua, cibo, alloggi. Continua ad essere difficoltoso spostarsi in alcune delle zone colpite dal tifone.
Il paese si deve ancora riprendere dall’assedio di Zamboanga City e dal terremoto che ha colpito Bohol e Cebu alcune settimane fa. Gli sfollati delle regioni colpite sono ancora senza casa e nuovi appelli di aiuto arrivano da coloro che soffrono in altre zone affette da calamità. In considerazione di ciò, esorto fortemente tutte le nostre comunità e istituzioni a 1) mobilitarsi per offrire assistenza alle zone devastate, 2) moderare il tono delle celebrazioni, comprese quelle natalizie, per essere spiritualmente vicino al nostro popolo, 3) riunire i membri delle nostre istituzioni, partner e amici per riflettere e pregare su quanto è successo e discernere le azioni da intraprendere.
Avrei voluto che il tradizionale incontro provinciale del 1° gennaio inaugurasse le nostre celebrazioni per il 200° anniversario della ricostituzione della Compagnia. Nello spirito dei tempi che stiamo vivendo cerchiamo di utilizzare quest’occasione per riflettere e pregare su quanto accaduto e farne oggetto di un incontro di solidarietà. Una maggiore sobrietà nel mangiare e nel bere permetterà di recuperare fondi da devolvere all’assistenza delle vittime del tifone. La ricostituzione della Compagnia chiama i gesuiti a riaccendere un nuovo spirito in risposta alle periferie emergenti. Cerchiamo di rinvigorire quello spirito aiutando il nostro popolo sofferente e affrontando, collettivamente e concretamente, queste nuove e pressanti sfide”.
 

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