Fratelli, disposti ad ascoltare chi è diverso
Oggi si celebra la seconda Giornata internazionale della Fratellanza umana. La “Dichiarazione di Abu Dhabi” firmata nel 2019 da Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb, a cui la celebrazione fa riferimento, è un esplicito “invito alla riconciliazione e alla fratellanza tra tutti i credenti, anzi tra i credenti e i non credenti, e tra tutte le persone di buona volontà”. Per questa occasione, P. Camillo Ripamonti, a partire dalla sua esperienza come Presidente del Centro Astalli (sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati), risponde ad alcune domande dei giovani del MEG
Che cos’è secondo te la fratellanza universale? Può essere vissuta concretamente, oppure si tratta solo di un’utopia irraggiungibile?
Credo che la fratellanza sia il sogno di Dio per questa nostra umanità creata. Viviamo in un mondo interconnesso, lo abbiamo visto in modo chiaro con la pandemia. Un virus comparso in un’altra parte del mondo non ci ha messo molto tempo a arrivare da noi. La globalizzazione ci ha resi vicini, ma non ci rende fratelli. Ci siamo ripetuti più volte in questo tempo che siamo tutti sulla stessa barca eppure purtroppo anche questo periodo sembra non sia stato sufficiente per avviarci verso un cammino comune da fratelli e sorelle.