Genova. Visita a sorpresa del Generale in noviziato
Ricevere un regalo è sempre bello ma quando il regalo è inaspettato la gioia è ancora maggiore.
Quando abbiamo appreso che il Padre Generale si trovava a Genova per le vacanze invernali e che voleva passare una giornata con noi ci è sembrato davvero di ricevere un bel regalo di fine anno. Il 28 dicembre, nell’incontro pomeridiano con la nostra comunità del noviziato, il p. Nicolás ci ha dato occasione per riflettere sulla nostra vocazione alla Compagnia, ponendo un accento particolare sul concetto di crescita, uno degli elementi fondamentali nella vita del gesuita e caratteristica peculiare del periodo del noviziato.
Il desiderio e l’apertura alla crescita sono indicatori fondamentali di una vocazione alla Compagnia di Gesù, sottolinea il p. Nicolas: non servono gesuiti senza peccati, servono gesuiti disposti a mettersi in discussione costantemente. “Il gesuita è un uomo dal pensiero incompleto” per citare una definizione cara a papa Francesco.
La crescita poi, continuava il Padre Generale, avviene sempre in presenza di difficoltà, come ci insegnano le esperienze della Compagnia e, ad esempio, della Chiesa in Vietnam e Cina.
Durante il pranzo ci ha raccontato un po’ della sua esperienza nelle Filippine, descrivendo quel periodo come molto felice e sereno, ma riconoscendo con onestà ammirevole che, proprio per questo, non sentiva di essere cresciuto particolarmente. Andando avanti col discorso sembra proprio non aver paura di chiamare le cose col proprio nome: bisogna dare tutto di se stessi, senza condizioni, e scoprire che la gioia si trova nel servizio.
Svuotarsi del proprio ego, delle proprie certezze per aprirsi a una logica di incontro.
P. Nicolás Si dice molto felice di avere dei noviziati internazionali, ma non ama parlare di multicultura. Non dobbiamo infatti semplicemente rispettare le altre culture, ma dobbiamo aprirci per imparare da loro e quindi forse la parola più adatta sarebbe intercultura. Ritorna ancora quel “pensiero incompleto” di cui sopra.
La reazione istintiva davanti alla diversità è quella di respingerla. Il noviziato, lungi dall’essere un ambiente artificiale, è un’occasione preziosa per imparare a uscire da se stesi, andare al di là della propria cultura, del senso comune e incontrare l’altro per creare una comunità.
Durante il pranzo abbiamo parlato anche di musica e il Padre Generale ci ha parlato di un famoso direttore d’orchestra inglese, Benjamin Zander, che spende molto del suo tempo cercando di aprire i tesori della musica classica a più persone possibile. In uno dei suoi spettacoli, riferendosi ai membri dell’orchestra, ha detto: “Il direttore d’orchestra non emette alcun suono durante un concerto, il suo potere dipende interamente dalla sua capacità di rendere gli altri potenti”.
Questa attitudine sembra essere vicina a quella che dovrebbe essere del gesuita: profondità, creatività e discernimento, aiutare il prossimo ad avvicinarsi sempre più a Dio. Acquisendo gli strumenti necessari a far questo con lo studio, adattandoli a esigenze che continuano a mutare con creatività e cercando la volontà di Dio con il discernimento. Cercare e ascoltare sempre la melodia di Dio, accordandoci con essa giorno dopo giorno per diventare parte di quella sinfonia meravigliosa che è nella mente del Creatore sin dalla notte dei tempi.