Giappone. La vita, e gli aiuti, dopo il terremoto
Il 24 marzo il Provinciale del Giappone ha scritto una seconda lettera dopo il terremoto e lo tsunami dell’11 marzo. Eccone alcuni estratti. “Il numero delle vittime è andato aumentando giorno dopo giorno, fino ad oltre 14.000, e ogni giorno vengono ritrovati altri corpi e altre persone risultano disperse. Nel frattempo la critica situazione della centrale atomica di Fukushima preoccupa non solo il Giappone ma anche il mondo. I prodotti caseari e delle campagne locali hanno rivelato un alto livello di radiazioni e ieri siamo stati messi in guardia per la contaminazione delle acque del distretto metropolitano di Tokyo. In risposta al desiderio di molti di aiutare le aree colpite, il 15 marzo ho inviato una lettera alla Provincia in cui suggerisco che gli aiuti in denaro vengano inviati alla Caritas giapponese, direttamente o attraverso il nostro Economo di Provincia. La prima rimessa alla Caritas sarà fatta domani, 25 marzo, e la seguente il 25 di aprile (…). La diocesi di Sendai, sempre con l’aiuto della Caritas ha costituito un centro di emergenza per coordinare le operazioni umanitarie. Un gruppo di volontari da Tokyo, incluso anche uno dei nostri neo-sacerdoti, ha lasciato ieri Tokyo per aiutare, per una settimana, questo “Sendai Support Centre”.
Migliaia di persone hanno perso la casa nello tsunami o sono state costrette ad abbandonarla nel raggio di 20 chilometri attorno alla centrale atomica. Tanti hanno trovato alloggio presso parenti, ma molti sono ancora alloggiati nelle palestre, al freddo e con poco cibo. Oltre a provvedere a questi rifugiati, le parrocchie e i religiosi e religiose stanno cercando di trovare spazi disponibili nelle loro case per alloggiare gli evacuati (…). Metà marzo segna la fine dell’anno scolastico in Giappone. La maggior parte delle scuole hanno cancellato le cerimonie in programma, come pure quelle previste per l’inizio del nuovo anno scolastico a metà aprile. Nella diocesi di Sendai ci sono varie istituzioni cattoliche che sono state gravemente danneggiate dal terremoto ma che per fortuna non hanno avuto vittime nel perimetro della scuola. Alcuni dei loro studenti, tuttavia, si sono risistemati altrove. Nonostante il passare dei giorni avvertiamo ancora frequenti scosse sismiche. Tre ore giornaliere di taglio alla corrente elettrica creano disagi nelle zone attorno al centro di Tokyo. C’è anche una notevole mancanza di generi alimentari necessari. La paura più grande, tuttavia, è l’invisibile minaccia della radioattività. Preghiamo perché siano prese rapidamente più adeguate misure per far fronte al triplice disastro che ha danneggiato una così vasta zona del Giappone”.