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Giovani a Selva: la bellezza che salva il mondo è l’amore che condivide il dolore

Anche quest’anno a Villa Capriolo, Selva di Val Gardena, sono stati organizzati dei corsi per giovani. Numero di proposte e partecipanti sono stati inferiori rispetto al solito –  sei giorni e 18 i giovani per ciascuno dei quattro corsi -, in base al protocollo sicurezza redatto con esperti. A ogni giovane è stato garantito bagno dedicato e stanza a uso singolo.

Dal 19 al 25 luglio si è tenuto il corso intitolato “la bellezza salverà il mondo”, basato su laboratori di musica, arte, poesia e teatro. «Lo spunto è venuto  da una frase dell’idiota di Dostoevskij  ripreso in una sua lettera dal cardinal Martini», spiega padre Beppe Lavelli, direttore di Villa Capriolo e responsabile dei corsi biblici promossi dai Gesuiti a Selva di Val Gardena. «Martini commentando  la domanda ‘quale bellezza salverà il mondo?’ diceva  che il principe non risponde ma il  suo silenzio sembra dire che la bellezza che salva il mondo è l’amore che condivide il dolore. In questo tempo di pandemia, di dolore, questi laboratori hanno voluto significare la possibilità per i giovani di sperimentarsi nel fare qualcosa, intravedendo la possibilità di rinascita anche in questo tempo particolare».  Questo corso è stato curato da padre Claudio Zonta, da Valerio Torricelli, da Grazia Prandino e dai coniugi Daniela e Marco Tibaldi.

I successivi tre corsi, dal 19 luglio fino al 15 agosto, sono improntati sul tema “Ripartire: da me, da te, da noi”. «Ripartire significa anche ricominciare in questo tempo di prova dopo il lockdown», dice Lavelli. A rotazione per gruppi di approfondimento i giovani si confrontano sul ripartire “da me”, dalla propria persona, con una proposta di tipo psicologico (con padre Beppe Bertagna,  Marta Bertolina e con Giovanna Baccari); ripartire “da te”, con una riflessione spirituale sulla preghiera e un aiuto a leggere le regole del discernimento (con padre Francesco Cavallini, padre Claudio Zonta e padre Stefano Titta); infine sul “da noi”, con uno sguardo più ampio sulla società (con Daniele Frigeri per le prime due settimane e poi padre Guido Bertagna e Gherardo Colombo per la successiva).

Alcune escursioni e momenti di condivisione completano il programma di tutti i corsi. «Anche quest’anno le proposte sono state rese possibili grazie alla disponibilità e alla generosità dei relatori e dei collaboratori che, nel comune segno della gratuità, hanno curato i tanti servizi della casa», dice Lavelli. «È questo il vero patrimonio di Selva, in cui gratuità e generosità diventano cardini su cui costruire la proposta». Quanto ai corsi, «il frutto è bello, si vede come queste persone colgono l’occasione di sperimentarsi anche in questa nuova formula, cercando il buono. Questo lascia anche ben sperare per il loro cammino, ritornando a casa”, conclude Lavelli. «Dispiace che tanti giovani siano rimasti a casa, perché il numero per necessità era limitato. Cercheremo, tornando nelle nostre rispettive città, di portare avanti questo cammino».

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