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Giovani: da Malta in Romania, accanto ai rifugiati ucraini

Esperienze di servizio questa estate per 25 giovani universitari maltesi. A proporle la Cappella Universitaria dei gesuiti.

Varie le destinazioni possibili: in Romania a Sighet e Bucarest. Ad Oulx, Torino, con il programma “Attraverso”, organizzato da “Alle frontiere”, progetto di volontariato con richiedenti asilo, rifugiati e migranti istituito nel 2015 dalla Comunità di Vita Cristiana Europea CVX) e Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo (ASCS). Infine a Zejtun, Malta.

“Proposte che decentrano e permettono di rileggere la realtà e la propria vita” spiega p. Patrick Magro – “I giovani sono molto generosi e quest’anno abbiamo scelto di sostenere il lavoro del JRS a Bucarest e Sighet a causa della crisi ucraina. Alcuni studenti della CVX hanno anche partecipato ad un progetto in Italia e altri ad un campo estivo organizzato dall’Istituto Paolo Freire a Zejtun, Malta. Sono esperienze che danno ai giovani una formazione speciale che rimarrà loro per tutta la vita, grazie all’incontro con i più vulnerabili”. Centinaia in questi anni i ragazzi che hanno preso parte alle esperienze di volontariato. Tra i giovani partiti per Bucarest, in aiuto dei rifugiati ucraini, i racconti di Adam, Andrew e Martina.

Adam: “portare amore e dignità alle persone con disabilità”

Lavorare a Sighet con gli altri volontari provenienti da Malta e dall’Italia è stata un’esperienza che ha portato alla luce l’umanità nelle sue forme più autentiche. Siamo andati lì con un gruppo di studenti della cappellania dell’Università per dare una mano alla missione portata avanti dai gesuiti: portare amore e dignità alle persone con disabilità.

È stata un’esperienza che ci ha messo alla prova sotto vari aspetti: dalle barriere linguistiche, agli operatori che ci hanno impedito di entrare nelle case per motivi a noi non sempre comprensibili.

Tuttavia, è stata un’esperienza che ha dimostrato perfettamente la più semplice ma anche,la più essenziale umana necessità: amare. Non abbiamo fatto niente di speciale: non abbiamo curato le loro disabilità. Le loro problematiche non sono cambiate mentre eravamo lì e dopo che siamo partiti. Ma in quelle settimane, abbiamo visto nei pazienti una genuina trasformazione verso qualcosa di semplicemente bellissimo. Appena si sono abituati alla nostra presenza, ci hanno aperto i loro cuori. Persone che sarebbero rimaste isolate nel loro guscio interiore, di punto in bianco hanno iniziato a partecipare alle attività con gioia, facendo cose che prima sembravano incapaci di fare. Ridere, sorridere ed essere felici sono il frutto di qualcosa così facile da fare, eppure così raro: mettersi seduti, sorridere ed essere presenti.

Andrew: sentirsi parte di un progetto più grande

Andare in Romania, per dare una mano ai rifugiati ucraini, è stato per me un insegnamento incredibile e un’esperienza fondamentale, che mi ha aiutato a capire quanto grato debba essere per quanto considero scontato.

L’arrivo al centro del JRS di Bucarest e l’incontro con i componenti del team, estremamente disponibili, con i quali avrei lavorato in questa esperienza, davvero, mi ha permesso di sentirmi parte di un disegno più ampio, come se fossi solo un piccolo pezzo di un corpo più grande fatto di persone accomunate da un obiettivo comune: aiutare. Il senso di comunità che ho percepito con i miei compagni volontari, ma anche con la comunità di gesuiti di Bucarest che ci ha accolto a braccia aperte, è stato estremamente forte ed è una sensazione che personalmente non avevo mai provato prima.

Durante questo tempo ho potuto sperimentare una grande Presenza spirituale e una connessione con Dio, in particolare durante i momenti di riflessione quotidiana, prima di andare a dormire.

Un’esperienza estremamente fruttuosa non solo nell’aiutare e nel sostenere i rifugiati in arrivo, ma anche a livello personale per migliorare le mie relazioni sia con gli altri che con Dio. 

Martina: non dare nulla per scontato

Nel partire ero un po’ nervosa. Era la mia prima esperienza di volontariato all’estero, e, inoltre, non conoscevo nessun altro del gruppo.

Sono ritornata avendo compreso valori importanti, costruito nuove amicizie e interiorizzato grandi ricordi. Lavorando con i bambini ucraini al JRS ho imparato a vivere la vita in un modo più semplice, a gustare le cose che si hanno e le persone che ci circondano, anche quando si sta attraversando un periodo difficile. Sono molto grata di aver potuto essere parte di una comunità fatta di persone dal cuore grande.

Visita la pagina Facebook della Cappella Universitaria di Malta

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