I giovani di Scampia diretti da Muti
“Un po’ come dipingere insieme a Michelangelo, come cantare sul palco insieme a Freddie Mercury o palleggiare davanti allo stadio pieno insieme a Maradona. Assaporare la bellezza di chi da decenni mostra al mondo il fascino e la forza della musica, portando con sé l’orgoglio di essere nato a Napoli”.
È ancora incredulo Andrea, 21 anni, uno degli orchestrali. “Ho iniziato a suonare il clarinetto quasi per gioco, senza pensare a cosa avrebbe significato per me o dove sarei arrivato. Ho intrapreso questo percorso con persone che oggi sono una parte importante della mia vita. Qualcuno si è aggiunto, qualcuno ci ha salutato e col sorriso siamo cresciuti insieme. La strada in genere è così: non puoi mai realmente sapere cosa essa ti riserva: qualche sorpresa c’è sempre dietro l’angolo.
Ancora fatico a credere a quanto visto con i miei occhi e ascoltato con le mie orecchie questa mattina, a pochi metri dalle piazze dove hanno girato celebri scene di Gomorra. Qualcuno continuerà a dire che a Scampia non ci può essere bellezza, che i suoi ragazzi sono destinati al male. Io, con i bambini, le ragazze, i ragazzi, le donne e gli uomini di Musica Libera Tutti continuerò a suonare al mondo che l’arte, la bellezza, si trovano anche qui.”
“Un regalo per tutti” sottolinea Graziano Calci, responsabile del Centro di formazione culturale e professionale Alberto Hurtado, fondato da p. Fabrizio Valletti nel 2001.
“Dopo aver recentemente incontrato i ragazzi di “Musica Libera Tutti” online ed averli poi invitati a Caserta in occasione del suo concerto nel contesto della manifestazione “Un’estate da Re”, con grande riservatezza e discrezione, è venuto a visitare il Centro Hurtado a Scampia, per rendersi conto di dove i nostri giovani musicisti vivono la loro pratica ed esperienza musicale. Successivamente ha effettuato una lezione con loro per circa un’ora e mezza sul primo movimento in Sol minore dell’opera 40 di Mozart presso la Rettoria dei padri gesuiti”. Un momento intenso, intimo, familiare e giocoso grazie alla simpatia ed ironia del Maestro, vissuto con i ragazzi i familiari e i volontari presenti.
“Ci ha comunicato il suo amore per la musica, per Napoli, per la cultura e la storia, invitandoci ad uscire dalla banalità dei luoghi comuni che relegano la nostra città in dei cliché ripetitivi e monotoni che non rendono ragione della ricchezza di cui è portatrice. Ci ha raccontato della musica a Napoli e ci ha detto che per guidare questa città bisogna amarla e coltivare i suoi valori piuttosto che evidenziare la napoletanità più retriva, perché… è a forza di pensare ai fiori che i fiori crescono”.