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Il 16 luglio la beatificazione di padre Jeningen

Il gesuita tedesco Filippo Jeningen ( Eichstätt, Baviera, Germania 1642-1704), sarà beatificato il prossimo 16 luglio, nel quadro dei festeggiamenti per l’Anno Ignaziano. Il lavoro come missionario rurale è stato il vero apostolato della sua vita. Molti cattolici vivevano sparsi e non avevano un proprio pastore, anche le chiese e le parrocchie, spesso distrutte, avevano bisogno di essere rinnovate. Padre Filippo percorse il paese, tenne missioni e diede ritiri ai sacerdoti; ebbe una cura speciale per i soldati, i prigionieri e i condannati a morte. A dispetto della salute precaria ebbe una vita attivissima e, nonostante le molte malattie, portò costantemente conforto e aiuto alla gente. L’eucaristia fu sempre il suo alimento. Mentre era nel pieno delle sue attività, si ammalò gravemente dopo aver iniziato gli Esercizi Spirituali e morì l’8 febbraio 1704.

La continua venerazione del Buon Padre è dimostrata da innumerevoli storie di risposte alle preghiere, aiuti e guarigioni ottenute per sua intercessione, tra cui quella avvenuta nel 1985 e riconosciuta dalla Chiesa come miracolosa. Il fattore decisivo è stato che Padre Filippo rimane un esempio vivente che ancora oggi spinge molte persone a rendere visibile l’amore di Dio.

Qui la lettera del Padre Generale.

Biografia

Giovanni Filippo Jeningen nacque il 5 gennaio 1642 a Eichstätt (Baviera, Germania). Nel 1663 entrò nella Compagnia di Gesù, a Landsberg. L’11 giugno 1672 venne ordinato presbitero e, il 2 febbraio 1677, emise i voti solenni.

    Nel 1680 fu inviato ad Ellwangen, nel Ducato di Württemberg, dove gli venne affidato l’incarico di reggere una piccola cappella dedicata alla Madre di Dio, posta sul colle di Schönenberg. Con il notevole aumento dei pellegrini, gli fu permesso di edificare una chiesa che incorporasse al suo interno la cappella della Madre di Dio. Tale tempio, che rappresenta un gioiello del Barocco, fu costruito per l’impegno e i sacrifici del Venerabile Servo di Dio e divenne un popolare Santuario Mariano, meta di sempre più numerosi pellegrinaggi.

Pur desiderando partire per le Missioni, spinto anche dall’esempio di San Francesco Saverio, egli svolse il ministero nelle zone rurali delle regioni intorno a Ellwangen e in quattro Diocesi: Augsburg, Konstanz, Eichstätt e Würzburg. Per lo stile della sua predicazione, raggiunse persone di ogni classe sociale.

Morì a Ellwangen (Germania) 1’8 febbraio del 1704.

Missionario instancabile

Anche se diversa da quella odierna, la sua epoca è stata segnata dalle profonde ferite della guerra e della violenza. Quando nacque, la guerra dei Trent’anni era nella fase finale, e quando morì, la guerra di successione spagnola (1701-1714) era appena iniziata. In entrambe le guerre, battaglie decisive furono combattute non lontano da Ellwangen. La sua beatificazione ci mostra che per mezzo delle persone che dedicano la loro vita al Vangelo con tutte le loro forze, la speranza e la fiducia entrano nel mondo. Molti giovani pellegrini sulle orme di P. Jeningen continuano ancora oggi a percorrere il cammino fra Eichstätt ed Ellwangen. Possa il futuro beato imprimere in loro la perseveranza, il coraggio, la fiducia in Dio, la trasparenza, la pazienza, la benevolenza verso gli altri e la capacità di sopportare le avversità che aveva questo missionario tedesco.  

La beatificazione

 Il decreto sull’eroicità delle virtù venne promulgato il 21 dicembre 1989.

    Per la beatificazione del Venerabile Servo di Dio Giovanni Filippo Jeningen, la Postulazione della Causa ha presentato all’esame della Congregazione l’asserita guarigione miracolosa, attribuita alla sua intercessione, di un uomo da “coliciste acuta alitiasica flemmonosa, grave sepsi, polmonite con insufficienza ventilatoria, emorragia digestiva da ulcera gastroduodenale, emobilia”. L’evento accadde nel 1985 a Ulma (Germania). Il presunto sanato il 25 dicembre 1984, all’età di 42 anni, avvertì dolori acuti all’addome, con febbre molto alta. Il medico di famiglia prescrisse una terapia ma, il 30 dicembre successivo, fu necessario il ricovero nell’Ospedale di Ellwangen, dove gli fu diagnosticata un’infiammazione acuta della cistifellea con alterazioni pleuro-polmonari. Sottoposto ad intervento chirurgico, poiché le condizioni restavano gravissime con l’insorgenza di complicazioni, il 14 gennaio 1985 il paziente fu trasferito in elicottero al Policlinico Universitario di Ulma, dove giunse in imminente pericolo di vita. Il 17 gennaio si rese necessario un secondo intervento chirurgico, ma neanche questo diede l’esito sperato. Improvvisamente, il 23 gennaio 1985, l’uomo si risvegliò dal coma a cui seguì il miglioramento. L’8 febbraio 1985 fu dimesso dall’ospedale in buone condizioni di salute.

    L’iniziativa di invocare il Venerabile Jeningen fu presa dai familiari del presunto sanato ed in particolare dalla moglie e dalla loro figlia. Le preghiere si intensificarono a partire dal 1° gennaio 1985, giorno in cui la persona, in fin di vita, ricevette gli ultimi sacramenti. Altri familiari, amici e conoscenti si unirono alle invocazioni. Anche il suo medico curante, di confessione evangelica, pregò per la guarigione del presunto sanato presso la tomba di Padre Jeningen. Le invocazioni furono fatte sia in forma collettiva che individuale, anche con visite alla tomba del Venerabile Servo di Dio. Esse furono antecedenti il viraggio favorevole del decorso clinico, avvenuto il 23 gennaio 1985.

Qui il decreto sul miracolo

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