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In Marocco, sui sentieri della teologia del Mediterraneo

Dal 31 gennaio al 7 febbraio, insieme a un gruppo di 16 persone, composto da studenti e professori della sezione San Luigi della PFTIM più alcuni invitati esterni, abbiamo partecipato a un corso itinerante in Marocco. È stata un’esperienza di scoperta e dialogo con una cultura nuova per molti di noi, nel tentativo di approfondire la ricerca e la riflessione accademica sulla “teologia dal Mediterraneo”. Questa teologia si propone di “contribuire a tessere una rete tra le Chiese del Mediterraneo e, attraverso di esse, tra i popoli dei Paesi che si affacciano su questo mare”. È stata un’opportunità per conoscere dall’interno la realtà della Chiesa in Marocco, una Chiesa “insignificante ma significativa”, una Chiesa “segno”, come l’ha definita l’arcivescovo di Rabat, il cardinale Cristóbal López Romero.

Abbiamo trascorso i primi giorni a Tangeri, città situata all’incrocio tra il Mar Mediterraneo e l’Oceano Atlantico, un ponte tra la Spagna (e quindi l’Europa) e l’Africa. Qui abbiamo incontrato i religiosi della diocesi, riuniti per celebrare insieme al loro vescovo la festa della vita consacrata. Con loro abbiamo condiviso riflessioni sulla ricerca teologica che la nostra facoltà di Napoli sta portando avanti. Abbiamo poi ascoltato la testimonianza del vescovo riguardo alla sua esperienza pastorale in Marocco. Un altro momento significativo è stato l’incontro con un gruppo di Sufi, con cui abbiamo pregato e che ci hanno trasmesso alcuni aspetti della loro spiritualità, parlando anche di “nostro Signore Gesù” e della sua “risurrezione per la pace”. Abbiamo trovato la loro spiritualità, per certi versi, molto vicina alla nostra.

Nei giorni successivi abbiamo visitato la Chiesa di Rabat e incontrato il suo arcivescovo, il quale ci ha parlato della teologia della “Visitazione”, concepita negli anni Settanta da Christian de Chergé, monaco di Tibhirine. Questa teologia rappresenta uno dei fondamenti del dialogo interreligioso tra cristiani e musulmani in questa regione. Sempre nella capitale del Regno del Marocco, abbiamo avuto un confronto con alcuni docenti del Centro teologico ecumenico Al Mowafaqa, approfondendo ulteriormente la nostra ricerca teologica.

Uno degli incontri più significativi si è svolto a Midelt, nel cuore del Paese, tra le montagne dell’Atlante. Seguendo le orme di Christian de Chergé, abbiamo visitato la comunità monastica di Notre Dame de l’Atlas, che ha accolto i due sopravvissuti di Tibhirine e ha ereditato il loro modo di vivere la fede cristiana in terra d’Islam.

Le nostre giornate erano scandite dagli approfondimenti di padre Luigi Territo sulla vita e la spiritualità di Charles de Foucauld, un santo che proprio in questa terra e nel dialogo con il popolo marocchino ha riscoperto la sua fede in Cristo.

Siamo riusciti a coniugare momenti di studio e riflessione accademica – che ci hanno fornito numerosi spunti per continuare la nostra ricerca su una teologia radicata nel Mediterraneo – con momenti di svago, come la scoperta delle medine di Tangeri e Rabat e l’esplorazione della cucina locale.

Personalmente, sono profondamente grato per questa esperienza itinerante, non solo per le conoscenze acquisite, ma anche per la possibilità di approfondire il legame con gli altri confratelli gesuiti, con i quali ho condiviso questo viaggio di studio.

Eduard Martinas

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